Italiani in fuga da Bengasi che brucia

Pubblicato il 21 Febbraio 2006 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA

da: Corriere della Sera

C’era una chiesa cristiana, a Bengasi. Non c’è più. Venerdì hanno distrutto il consolato italiano. Sabato hanno cercato gli uffici degli italiani. Domenica hanno fatto scappare gli italiani. E lunedì mattina, sono entrati nell’ultima casa rimasta che li ricordasse, questi terribili bastardi che siamo: la chiesa.
La folla si è ripetuta, lo scempio si è consumato. Una vera profanazione, come non se ne ricordano da quelle parti: sfondato il portone, sfasciate le panche, buttati a terra i quadri della Via Crucis. «Nessuno ha potuto controllare se hanno aperto anche il tabernacolo e rovesciato le ostie—racconta un testimone —, ma è il segnale: volevano dare una lezione ai crociati». La rivolta sta virando, un filo. Ora si va a caccia di qualunque simbolo occidentale. E l’aperta contestazione al regime di Gheddafi non è solo qualche slogan, il coro che domenica inveiva mentre stupravano il nostro corpo diplomatico. Adesso è ribellione vera.
Ieri mattina, è stata presa d’assalto una caserma della polizia. Si sono sentiti spari e stavolta, dicono, a mirare non erano gli agenti. «Assassini!», gridavano dalle strade intorno, ragazzi che lanciavano sassi e qualunque cosa. Una decina di palazzi, uffici pubblici, sono stati saccheggiati. Il governatorato non ha ancora imposto il coprifuoco, ma è…

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