ROMA – Resta in carcere il miliardario Jeffrey Epstein, il finanziere americano un tempo amico di Bill Clinton, Donald Trump e del principe Andrea. Contro di lui sono state formalizzato oggi a New York le accuse per traffico sessuale di decine di minorenni, anche di 14 anni, dopo che il magnate ha evitato accuse analoghe in Florida. Lo ha riferito il procuratore distrettuale di New York, Geoffrey Berman in conferenza stampa: “Le accuse sono molto serie – ha spiegato – e possono portare a un massimo di 45 anni in carcere il che, vista l’età di Epstein (66 anni, ndr), equivarrebbe a un ergastolo”.
Il procuratore ha chiesto che Epstein resti in carcere fino al processo. “E’ a rischio fuga – ha aggiunto Berman – quando hai due aerei privati e vivi per la maggior parte dell’anno all’estero, beh, pensiamo che il rischio di una fuga sia molto concreto”.
Il miliardario è stato arrestato sabato all’aeroporto di Teterboro, New Jersey, appena atterrato con il suo jet privato da Parigi. Stando ai documenti giudiziari, ha detto agli investigatori che gli incontri con le presunte vittime erano consensuali e che lui credeva avessero 18 anni al momento dei fatti.
Il procuratore ha lanciato un appello ad altre potenziali vittime e testimoni perché si facciano avanti. “Anche se i fatti riguardano anni fa – ha concluso Berman – quelle bambine ora diventate donne hanno pieno titolo per ottenere giustizia”.
Secondo gli inquirenti, Epstein era in realtà “ben consapevole” che erano minorenni, a volte quattordicenni, e le avrebbe pagate centinaia di dollari in contanti abusando di loro nelle sue case di New York e Palm Beach, Florida. Nelle perquisizioni domiciliari sono state sequestrate foto di ragazze nude, alcune apparentemente minorenni.
“Un predatore“, lo hanno definito gli investigatori. I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2002 e il 2005 e potrebbero costare al tycoon sino a 45 anni di galera. Il suo arresto è stato motivato col pericolo di fuga. I cronisti hanno chiesto se il principe Andrea sia stato contattato per avere informazioni ma i procuratori hanno risposto con un “no comment”. (Fonte: Ansa, WSJ)