WASHINGTON- A oltre 24 ore dalla scoperta del suicidio in una prigione federale di Manatthan di Joseph Epstein, il finanziere travolto da uno scandalo se****le e accusato di abusi e traffico di minori, sono ancora molti gli aspetti da chiarire.
Secondo il New York Times che cita una fonte anonima dell’amministrazione carceraria, Epstein sarebbe stato lasciato da solo in cella senza che nessuno lo vigilasse nelle ore prime del suicidio.
Il detenuto avrebbe dovuto essere controllato dagli agenti penitenziari almeno una volta ogni 30 minuti, ma la procedura non sarebbe stata seguita la notte prima del suicidio. A rendere ancor più fitto l’alone del mistero, poi, l’improvviso trasferimento alcuni giorni prima del compagno di cella di Epstein.
Quanto raccontato dal New York Times ha portato all’apertura di ben tre indagini: una degli agenti dell‘Fbi, una del ministero della giustizia (da cui dipende il sistema carcerario federale) e una dell’ufficio del medico legale della città di New York.
Si cercano di appurare innanzitutto le circostanze che hanno portato il 23 luglio a togliere la sorveglianza speciale su di un detenuto che si sospetta abbia già tentato di togliersi la vita ai primi di luglio, dopo l’arresto e dopo che il giudice rifiutò la richiesta degli arresti domiciliari. Non è del tutto chiaro – raccontano alcune fonti – se i segni sul collo rinvenuti allora fossero il risultato di un tentato suicidio o quello di un’aggressione. Epstein raccontò di essere stato aggredito e chiamato “pe***ilo”, ma le autorità carcerarie lo misero comunque sotto osservazione per timore suicidio.
Bill De Blasio: “Troppo facile così. Non potrà incriminare altri”
E’ “troppo facile così, che non possa incriminare altri”. A dirlo è intanto il sindaco di New York e candidato alle primarie democratiche Bill de Blasio. “Quello che molti di noi vogliono sapere è: cosa sapeva? Quanti altri milionari e miliardari erano invischiati nelle attività illegali di Epstein?”, De Blasio ha parlato in Iowa. “Queste informazioni non sono morte con Epstein, serve una inchiesta”, ha aggiunto.
Donald Trump non commenta ma retwitta post che legano suicidio ai Clinton
Donald Trump finora non commenta il suicidio in cella di Joseph Epstein, ma ha ritwittato alcuni post apparsi sui social media che collegano la morte del finanziere alla famiglia Clinton, sfruttando le circostanze ancora misteriose del caso. Come il fatto che Epstein non fosse più sotto sorveglianza speciale nonostante avesse già tentato di togliersi la vita il mese scorso. Secondo una delle tante teorie del complotto che girano in queste ore sui social, Epstein aveva informazioni sull’ex presidente Bill Clinton che aveva frequentato in passato (stessa cosa fatta in realtà anche da Trump stesso). E tra le persone che sposano questa teoria su Twitter o Instagram ci sono anche il sito conservatore The Blaze, alcuni noti commentatori radiofonici della destra e anche un’alta funzionaria dell’amministrazione Trump nominata dal presidente, Lynne Patton, del Dipartimento per lo sviluppo edilizio e urbano.
“Ridicole e false, e il presidente Trump dovrebbe saperlo” è la risposta a Trump del portavoce di Bill Clinton, Angel Urena. Il presidente “è forse pronto per il 25mo emendamento?”, aggiunge Urena, riferendosi alle norme della costituzione americana che prevedono la rimozione del presidente se si dimostra incapace di svolgere i suoi doveri a causa di una instabilità mentale. Trump non è nuovo nel sostenere le teorie del complotto, come quella dei ‘birther’ secondo cui Barack Obama è nato in Africa o quella di chi afferma che Hillary Clinton nelle presidenziali del 2016 ha ricevuto milioni di voti illegali.
Fonte: Ansa