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Judy Garland, anche lei fu vittima di molestie da parte di Louis B. Mayer

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Renée Zellweger nel ruolo di Judy Garland (foto Ansa)

ROMA – Anche Judy Garland fu vittima di molestie da parte del produttore Louis B. Mayer.

Fu uno dei padri del grande cinema moderno ma non si tratteneva da comportamenti che decenni dopo sono stati portati all’estremo da un altro grande produttore, Harvey Weinstein.

Non sono notizie di oggi. La scoperta fu fatta intorno al giro del secolo dal biografo americano della Garland, Gerald Clarke e ricordata un paio d’anni fa da Michael S. Rosenwald aul Waahington Post.

Le ricerche di Clarke tornano d’attualità oggi, dopo che Renée Zellweger, interpretando il ruolo di Judy Garland, ha vinto l’Oscar.

Clarke fece la straordinaria scoperta facendo ricerche sulla Garland nell’archivio della Columbia University’s. Trovò anche 68 pagine di una autobiografia mai completata e rimase sbigottito da ciò che scoprì: Garland, una delle attrici più famose al mondo, fu palpeggiata e molestata ripetutamente da Louis B. Mayer. Vale la pena ricordare che questo comportamento intollerabile è stato tollerato nel mondo dello spettacolo e le vittime includono Marilyn Monroe, Beverly Aadland, Joan Collins e persino Shirley Temple, che nelle biografie hanno raccontato di essere state molestate e subito altri abusi.

“Tutti conoscono i divani del casting di Hollywood”, ha detto Clarke in un’intervista con ABC News, “ma nessuno immaginava che Judy Garland fosse stata sottoposta a pressioni di tipo ses*uale dai vertici di MGM”. Iniziarono nel periodo in cui Garland interpretava Dorothy nel “Il mago di Oz”. Aveva 16 anni.

“Fare ses** era considerato un vantaggio concesso dal potere e poche donne sfuggirono alle esigenze di Mayer e dei suoi figli”, ha scritto Clarke in “Get Happy: The Life of Judy Garland”, dipingendo un ritratto sconvolgente dell’abuso: “Tra i sedici e i venti anni, Judy stessa era stata approcciata per fare se*so – un approccio sistematico. “Non pensare che non ci abbiano provato tutti”, aveva detto.

In cima alla lista c’era Mayer. Ogni volta che le faceva i complimenti per la sua voce – le diceva che cantava con il cuore – Mayer le metteva invariabilmente una mano sul seno sinistro per mostrare esattamente dove fosse il cuore. “Spesso ho pensato di essere fortunata”, aveva osservato ironicamente Judy, “a non aver cantato con un’altra parte del corpo”. Quella situazione, un complimento seguito da un palpeggiamento, si ripeté molte volte fino a quando Judy lo bloccò trovando il coraggio di dire:

“Mr. Mayer, non lo faccia mai più. Non lo sopporto”. Come reagì Mayer? Pianse. “Come puoi dire questo a me, a me che ti amo?” domandò alla Garland, che decenni dopo descrisse il disprezzo nei suoi confronti sostenendo che “è incredibile come questi uomini importanti, che nella loro vita erano stati con molte donne sofisticate si comportassero da idioti”.

Tuttavia se Mayer era il più insistente, non era il più spregevole e al proposito Clarke scrive: “Un altro dirigente – Judy non disse il nome – la convocò nel suo ufficio, aveva convocato tante altre star glamour della Metro. Senza giri di parole chiese anche a lei di fare se*so. “Sì o no in questo istante”.

Quello era il suo “stile”, aveva ricordato Judy. Quando lei rifiutò …lui iniziò a urlare. “Prima che tu vada via voglio dirti una cosa. Ti rovinerò e ne sono capace. Ti distruggerò, fosse l’ultima cosa che farò”. Oltre a essere minacciata e molestata, Garland è stata pressata per perdere peso e fatta sentire brutta. Ha abusato di droghe e alcol ed è morta nel 1969 per un’overdose accidentale di barbiturici. Aveva 47 anni. C’è un’ironica e inquietante coda alla scoperta di Clarke sull’abuso subito da Garland. Nel 2009, circa dieci anni dopo la pubblicazione della biografia, le riviste specializzate di Hollywood erano in fermento: il libro era stato scelto per un film e Garland doveva essere interpretata da Anne Hathaway.

“È un progetto molto delicato”, aveva dichiarato Hathaway alla BBC nel 2010, “sulla sua vita sono state raccontate davvero tante storie e stiamo cercando di fare le cose al meglio”. Il film non è mai stato realizzato. Il produttore era Harvey Weinstein. Dieci anni dopo è uscito “Judy”, diretto da Rupert Goold. Si tratta dell’adattamento cinematografico del dramma teatrale “End of the Rainbow” di Peter Quilter, in cui vengono ricordati gli ultimi mesi di vita di Judy Garland, interpretata da Renée Zellweger, che le è valso l’Oscar come miglior attrice.

Fonte: Daily Mail, ABC News.

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