Kabul, i due fratelli di 16 e 17 anni precipitati dall’aereo per non finire nell’esercito talebano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Agosto 2021 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA
Kabul, i due fratelli di 16 e 17 anni precipitati dall'aereo per non finire nell'esercito talebano

Kabul, i due fratelli di 16 e 17 anni precipitati dall’aereo per non finire nell’esercito talebano FOTO ANSA

Quei due corpi che sono precipitati dall’aereo americano in partenza da Kabul erano di due fratelli di 16 e 17 anni, morti per scappare dai talebani. Morti per non finire arruolati nell’esercito dei talebani a portare armi, granate e altri esplosivi e per non essere iniziati alla guerra. Perché da quando hanno preso Kabul i talebani stanno portando via i ragazzini proprio per farli arruolare e combattere quando servirà. 

Kabul, i due fratelli precipitati dall’aereo

I due ragazzi, secondo il rapporto della polizia, erano poverissimi: per sopravvivere e provvedere alla mamma, rovistavano nei cassonetti e vendevano frutta. I corpi degli adolescenti sono stati poi restituiti ai genitori. Le identità delle persone cadute dal C-17 sono ufficialmente sconosciute, ma un utente di Twitter ha scritto che erano vicini di casa di sua zia. “Davvero in lacrime in questo momento. I due ragazzini caduti mentre erano aggrappati al volo Usa erano i miei vicini di zia. Entrambi i ragazzi di 16 e 17 anni, i corpi sono stati appena portati a casa dai loro genitori”, ha scritto,

I talebani  a caccia di giovani

L’Agenzia France Presse riferisce di adolescenti afgani rapiti e incaricati di servire i talebani in conflitto: “Ore dopo che i talebani hanno invaso la sua città natale nel nord dell’Afghanistan la scorsa settimana, il diciassettenne Abdullah costretto a trasportare granate con propulsione a razzo su una collina vicina – una recluta riluttante e terrorizzata”, riporta l’agenzia francese. 

Gli insorti hanno rapito 30-40 giovani, alcuni dei quali ragazzi di appena 14 anni, dall’esterno di una madrassa (scuola islamica). “Ci hanno chiesto di prendere le armi e unirci ai loro ranghi”, ha detto Abdullah ad Afp. “E quando i nostri genitori sono venuti a chiedere il nostro rilascio, li hanno minacciati con le armi”. 

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev