La sopravvivenza delle rane messa a rischio da due gravi malattie, brutte notizie per i gourmet

Pubblicato il 11 Maggio 2009 - 15:44 OLTRE 6 MESI FA

Brutte notizie per gli estimatori delle zampe di rana cucinate come vi pare. Due gravi malattie mettono a rischio la sopravvivenza degli anfibi e a lanciare l’allarme è uno studio pubblicato sulla rivista Biological Conservation.

L’anno scorso l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) ha iniziato a monitorare le malattie includendole tra le patologie “da dichiarare”. Tuttavia non ci sono ancora regole per evitare il commercio di rane malate, a quanto riferisce Il Messaggero.

«Questo è il maggior problema – spiega Peter Daszak, presidente del Wildlife Trust, esperto di malattie anfibie – Oltre un milione di rane-toro sono arrivate in un anno negli Usa come cibo. Se solo il 5% di questo è infetto, vuol dire che ci sono 50mila animali malati».

Daszak e colleghi hanno esaminato le rane importate attraverso i tre maggiori porti Usa: Los Angeles, San Francisco e New York. In ogni città hanno visitato i banchi vendita dei mercati e comprato esemplari di rane-toro o parti di rane, per analizzarle in laboratorio, e testarle per il fungo Batrachochytrium dendrobatidis (Bd) e il “ranavirus”, specifico degli anfibi.

Il Bd causa la Chytridiomycosis (cytrid), malattia infettiva che fa inspessire la pelle delle rane interferendo con la loro capacità di assorbire l’acqua e gli elettroliti.

Nel mondo questa malattia ha già causato l’estinzione o la diminuzione di 200 specie di rane. I ranavirus hanno provocato la morte di numerosi di questi animali, ma gli scienziati non sanno ancora se siano in grado di contribuire al rischio di estinzione. Solo l’8% delle rane analizzate dai ricercatori aveva il ranavirus, mentre i due terzi avevano il Bd.

«Considerando l’impatto devastante sulla popolazione globale degli anfibi – spiega Lisa Schloegel, coordinatrice dello studio – e i milioni di animali messi in commercio ogni anno, si tratta di cifre allarmanti. Anche se non potremo mai sapere quanto abbia contribuito alla diffusione globale della malattia, il commercio sembra essere il principale fattore».

In 5 anni negli Usa sono stati importati 7 milioni di Kg di anfibi. Per avere un’idea della dimensione di questo fenomeno, basta pensare che tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2005 più di 7 milioni di kg di anfibi e parti di anfibi sono stati importati negli Usa. Cioè più di 28 milioni di animali in cinque anni, o 5 milioni di animali l’anno.

E anche se molte nazioni, tra cui Usa, Australia e Ue, hanno attivato importanti programmi di ricerca sull’origine e la diffusione della cytrid, non vi sono regolamenti per il controllo delle infezioni sugli animali importati in questi Paesi. Sono esaminati dai veterinari quando entrano negli Usa, ma sia il Bd che il ranavirus possono sfuggire all’esame fisico. Servono esami di laboratorio per individuarli.

«L’ideale – aggiunge – sarebbe che le nazioni esportatrici certificassero che i loro animali non hanno la malattia, e che i paesi importatori lo verificassero al loro arrivo». La decisione dell’Oie di far segnalare queste due malattie, implica che tutti i 172 membri devono fare un rapporto sullo status della malattia entro i loro confini ogni sei mesi. «Un primo, significativo passo», conclude Daszak.