Legionari di Cristo, Robles Gill nuovo superiore, mea culpa per scandali Maciel

Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, con Papa Wojtyla (LaPresse)
Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, con Papa Wojtyla (LaPresse)

CITTA’ DEL VATICANO – Da una parte un mea culpa su tutta la linea per “i comportamenti gravissimi e oggettivamente immorali” del fondatore padre Marcial Maciel Degollado, pedofilo con giovani seminaristi, tossicodipendente abituale, padre di figli con diverse donne.  Dall’altra la nomina di un  nuovo direttore generale, il messicano Eduardo Robles Gil.

Per i legionari di Cristo è tempo di fine e di nuovo inizio. E la fine arriva con un  mea culpa pubblico fatto di “profondo dolore”. Perché il vero e proprio culto della personalità di cui era oggetto padre Maciel ha avuto un ruolo nel rifiuto iniziale dei legionari di credere alle vittime, alle quali oggi viene chiesto perdono ed espressa “solidarietà”.

Il tutto mentre il Vaticano incassa il colpo del durissimo rapporto del Comitato Onu in tema di pedofilia. Contemporaneamente una delle congregazioni in maggior misura travolta dagli scandali fa definitivamente i conti con la memoria oscura del suo fondatore, rilanciando così il suo cammino di rinnovamento. Un processo di “purificazione” che, a livello di organismi di governo, vede anche l’elezione del nuovo direttore generale, il messicano Eduardo Robles Gil.

 

“Al tempo stesso una fine e un nuovo inizio”: così padre Robles Gil definisce il capitolo generale, riunito a Roma, che lo ha eletto superiore insieme agli altri membri del consiglio. Ne faranno parte lo spagnolo Juan Josè Arrieta, vicario generale, lo spagnolo Juan Maria Sabadell (entrambi nominati dalla Santa Sede per volontà di papa Francesco), il tedesco Sylvester Heereman e l’altro spagnolo Jesùs Villagrasa.

Il messicano Josè Gerardo Càrdenas Jimènez e il tedesco Clemens Gutberlet saranno invece, rispettivamente, amministratore e procuratore generale. Anche l’elezione di Robles Gil è stata comunicata a papa Francesco e approvata dalla Santa Sede.

Contestualmente all’annuncio del nuovo governo della congregazione, il capitolo generale, presieduto dal “commissario” pontificio card. Velasio De Paolis che con la nomina del direttivo chiude il suo mandato, ha emesso un lungo comunicato in cui la Legione di Cristo si esprime in modo definitivo sul fondatore, il messicano Maciel, protagonista di uno dei più clamorosi scandali nella recente storia della Chiesa, sospeso “a divinis” dall’ex Sant’Uffizio nel 2006 e morto negli Stati Uniti, a 88 anni, nel 2008.

“Abbiamo considerato i comportamenti gravissimi e oggettivamente immorali di padre Maciel che hanno meritato le sanzioni che, a suo tempo, la Congregazione per la Dottrina della Fede giustamente gli ha imposto”, affermano i padri capitolari.

“Vogliamo esprimere il nostro profondo dolore – proseguono – per l’abuso di seminaristi minorenni, per gli atti immorali perpetrati verso uomini e donne, per l’uso arbitrario della sua autorità e dei beni, per il consumo smisurato di sostanze stupefacenti e per l’aver presentato come propri scritti pubblicati da terzi”.

“Ci risulta incomprensibile l’incoerenza di essersi continuato a presentare per decenni come sacerdote e testimone della fede, mentre occultava questi comportamenti immorali”, aggiungono.

“Tutti questi comportamenti noi li condanniamo con forza – dichiara ancora la Legione di Cristo -. Ci dispiace che molte vittime e persone da lui offese abbiamo atteso invano una richiesta di perdono e di riconciliazione da parte di padre Maciel. Noi oggi vogliamo esprimere a tutti loro la nostra solidarietà”.

Il “mea culpa” rispetto agli anni dello scandalo non si ferma qui.

“Riconosciamo oggi con tristezza – si sottolinea – l’incapacità iniziale di credere alla testimonianza delle persone che erano state vittime di padre Maciel, il lungo silenzio istituzionale e, posteriormente, i tentennamenti e gli errori di giudizio al momento di informare i membri della congregazione e le altre persone”.

“Chiediamo perdono per queste deficienze che hanno aumentato il dolore e lo sconcerto di molti”.

E’ da qui che riparte il cammino di “rinnovamento autentico e profondo” che, confermato da papa Francesco, “è progredito, ma non è concluso”. Nelle prossime settimane di riunioni capitolari

“concluderemo la revisione delle nostre costituzioni al fine di sottoporle all’approvazione della Santa Sede e stabiliremo priorità e orientamenti per procedere con rinnovata speranza lungo il cammino che la Chiesa ci ha indicato, sotto l’attenzione premurosa delle competenti autorità”.

“Sappiamo che questo è l’inizio di un cammino e che ci resta ancora molto da fare – aggiunge la Legione di Cristo -. Ci impegniamo a continuare con umiltà questo processo di rinnovamento e conversione”.

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