Libia. Alla vigilia dell'ultimatum si preparano all'attacco finale

MISURATA, 9 SET – Si combatte a Bani Walid e Sirte, a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum posto dal Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico, mentre i ribelli si preparano in forze alle ultime due grandi battaglie nel nord del Paese, prima di dedicarsi totalmente alla caccia al rais e i suoi figli.

Saif al-Islam e Saadi, i due figli di Muammar Gheddafi, "sono asserragliati a Bani Walid", dice all'A NSA una fonte occidentale coperta da anonimato. La cittadella, inerpicata sull'altopiano che si erge a sud di Misurata, presenta delle difficolta' oggettive per l'avanzata dei ribelli, che contano di utilizzare i blindati catturati nelle basi della 32/a per dare maggior forza all'assalto.

Nella cittadina sono scoppiati oggi violenti scontri, riferiscono i testimoni, con i Thuwar di Bani Walid che hanno iniziato una vera e propria sollevazione. Forse si tratta di un gesto dimostrativo: i militari di Misurata, che non vogliono entrare a Bani Walid per non fomentare le divisioni storiche tra le due citta' su cui ha puntato per anni lo stesso Gheddafi, affermano da giorni che "basterebbero due ore per conquistare la citta'".

Al momento pero' ne' loro, ne' i gruppi arrivati da Zintan che assediano Bani Walid da ovest, hanno in programma un assalto: "Aspettiamo le decisioni del Cnt", assicurano i responsabili.

A Sirte, invece, sono gli uomini di Gheddafi ad aver lanciato una controffensiva, a colpi di Grad e mitragliatrici pesanti che hanno causato un numero imprecisato di feriti tra gli insorti. Sono finite sotto attacco le postazioni a est della citta' natale del rais, quelle presidiate dai Thuwar di Bengasi. Si tratterebbe delle "forze meno preparate e agguerrite", dicono in Tripolitania, additando come prova la lenta avanzata verso Sirte dal fronte orientale, fermo per mesi tra Ras Lanuf e Marsa el Brega, i due terminal petroliferi strategici per la vecchia e per la nuova Libia.

Forse anche per smentire la circostanza, i ribelli dell'est hanno risposto all'attacco, ed ora secondo un portavoce dei ribelli "si combatte nei pressi di Sirte". Le notizie in queste ore corrono via radio, con i walkie talkie in dotazione ai ribelli. Le comunicazioni sono difficili, e alle volte contraddittorie.

A Misurata intanto la pazienza e' finita: nel venerdi' di preghiera gli imam hanno lanciato un appello all'unita' del Paese e alla fine del bagno di sangue, invitando implicitamente Bani Walid e Sirte ad arrendersi e i ribelli a non dare l'assalto. Ma fuori dalle moschee tira un'aria diversa: "Ne abbiamo abbastanza, sono giorni che si parla di negoziati ma i gheddafiani continuano a sparare. Dobbiamo conquistare le due citta'", dice Ahmed, 34 anni, che offre supporto logistico ai soldati.

Intorno a Bani Walid gli uomini di Misurata hanno schierato 74 check-point, da circa 150 soldati ciascuno. Quelli del gruppo Nasser si muoveranno nella notte a sud della cittadella nel deserto, "per tagliare eventuali linee di fuga" agli uomini del rais.

Altre migliaia di soldati ribelli, sempre di Misurata, accerchiano anche Sirte, dalla parte occidentale, e controllano un'area molto vasta a circa 50 km dalla citta'. Il check-point piu' importante e' a Sdada, dove gli insorti hanno fatto arrivare i carri armati.

Altri carri vengono oleati nella caserma principale di Misurata, e l'atmosfera al Consiglio militare e' surriscaldata: il portavoce, Fathi Bashaagha, assicura che domani e' previsto l'arrivo nella citta' martire del presidente del Cnt, Mohammed Abdul Jalil. La tensione quindi sale, anche nel timore di possibili attentati.

Molti spiegano che anche per questa ragione domani non ci saranno assalti, ma decine di pick up entrano ed escono dagli arsenali dei ribelli, allestiti in alcune scuole, dove per tutta la giornata sono state ripulite e preparata migliaia di armi, di ogni genere.

"Quando succede questo vuol dire che ci sara' un attacco", assicura uno dei combattenti di Misurata, che non vede l'ora di mettere la parola fine alla guerra.

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