Isis avanza in Libia. Ambasciata: italiani andatevene. Gentiloni: combattere con Onu

Libia, ambiasciata italiana a connazionali: "Lasciate subito il Paese"
Libia, ambiasciata italiana a connazionali: “Lasciate subito il Paese”

TRIPOLI – “Lasciate immediatamente la Libia“. E’ l’appello lanciato dall’ambasciata d’Italia a Tripoli, ai connazionali presenti sul suolo libico, per motivi di sicurezza. Intanto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, uno da sempre a favore della diplomazia e contrario alle opzioni militari chiede l’intervento dell’Onu.

 

Stavolta, però, la situazione è diversa. L’Isis avanza, prende la città di Sirte dove controlla radio e tv. E la situazione rischia di precipitare. Anche perché la Libia è il luogo da cui partono buona parte delle carrette della morte in direzione Italia. Facile immaginare il rischio di un paese così in mano all’Isis. Così Gentiloni, intervistato da Tg24 spiega:

Se non si trova una mediazione” in Libia, bisogna pensare “con le Nazioni unite a fare qualcosa in più”. L’Italia è “pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale”. 

Del resto del problema Libia aveva parlato anche Renzi a Bruxelles. Il tema era quello dell’immigrazione e il premier, più che su Frontex o Mare Nostrum, aveva puntato il dito proprio contro la situazione di caos nel paese.

L’ambasciata italiana, invece, chiede a tutti di “lasciare immediatamente la Libia”. L’invito è stato spedito dalla sede diplomatica di Tripoli e, secondo quanto riportato dal quotidiano la Stampa, potrebbe essere il passo preliminare alla chiusura dell’ambasciata stessa. Il personale diplomatico è già stato richiamato a Roma, lasciando nella capitale libica solo l’ambasciatore con i suoi più stretti collaboratori.

La situazione della sicurezza in Libia si sta aggravando a causa anche dell’avanzata dei miliziani jihadisti legati all’Isis. Già presenti in Cirenaica, nelle scorse settimane gli affiliati allo Stato islamico hanno di recente preso di mira Tripoli e rivendicato l’attacco kamikaze all’hotel Corinthia del 27 gennaio in cui sono morti almeno 5 stranieri.

Venerdì i libici si sono svegliati con la predica del Califfo Al Baghdadi diffusa dalla radio mentre sono state pubblicate su Twitter le immagini di 21 prigionieri in tuta arancione, presumibilmente sgozzati sulla spiaggia di Sirte. Si tratterebbe di 21 cittadini egiziani definiti “miscredenti”, “cristiani copti”. Ma la notizia non è stata finora confermata da fonti ufficiali.

Anche il presidente egiziano al Sisi ha invitato i suoi connazionali a lasciare al più presto il Paese. Le bande jihadiste che si apprestano a uccidere gli ostaggi sono le stesse che qualche giorno fa uccisero a un posto di blocco un gruppo di miliziani di Misurata.

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