Libia: è battaglia finale a Tripoli, preso l’aeroporto. Gheddafi in piazza: “Uccideremo chi protesta”

TRIPOLI – A Tripoli è iniziata la battaglia finale. Dopo i sanguinosi combattimenti della notte a Misurata, infatti, sono in corso scontri a fuoco in varie aree della capitale libica, con le forze di Gheddafi che hanno sparato sui manifestanti. Ci sono morti e feriti, anche se la tv di Stato lo nega. Gheddafi ha deciso di andare personalmente in piazza ad arringare la folla: “Voi siete il popolo, preparatevi a difendere il paese. La battaglia del jihad ci ha permesso di sconfiggere la colonizzazione italiana e il popolo armato può sconfiggere ogni attacco”.

Intanto l’aeroporto internazionale di Mitiga, a Tripoli è caduto nelle mani dei manifestanti. Secondo la tv araba Al Jazeera i militari che sono presenti al suo interno hanno aderito alla rivolta contro Muammar Gheddafi. Secondo il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) Foad Aodi, anche uno dei figli di Gheddafi sarebbe passato dalla parte degli insorti. Intanto l’Onu propone il blocco di beni e l’embargo delle armi e la Nato si prepara ad ogni eventualità.

20.23 Gli Usa sospendono le attività dell’ambasciata. Gli Stati Uniti sospendono l’attivita’ dell’ambasciata in Libia. Lo riporta l’agenzia Bloomberg. Gli Stati Uniti hanno chiuso l’ambasciata nella capitale libica dopo aver evacuato il personale. Le attivita’ dell’ambasciata – hanno spiegato alcuni rappresentanti americani all’Ap – sono state sospese in seguito al deterioramento della sicurezza.

19.55 Sito risponde a Gheddafi: nessuno balla fino alla tua morte. ”Gheddafi tu non sei uno di noi e nessuno cantera’ e ballera’ con te fino a che non sarai morto”: cosi’ sul web il gruppo di giovani oppositori al regime, ‘Shabablybia’, reagisce all’ultimo discorso di Gheddafi, pronunciato alla folla. ”Nessuno sta piu’ al tuo fianco, nessuno e’ con Gheddafi”, scrivono.

19.40 Italiani senza viveri, La Russa: “Forse via in nave” ”Non siamo riusciti a fare partire in aereo gli italiani rimasti bloccati ad Amal, vediamo se riusciremo a farlo via mare da Bengasi”. Lo ha detto al Tg3 il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando del gruppo di ”25 connazionali” che sono stati derubati e si trovano ormai senza viveri nel sud della Libia. Riguardo alle decisioni che si stanno adottando in ambito internazionale, La Russa ha detto che l’Italia ”partecipera’ alle valutazioni e alle conseguenti decisioni”: certo, ”tutto cio’ che si puo’ fare per fermare il bagno di sangue va fatto, ma bisogna stare attenti a non trasformare una situazione gia’ drammatica in una situazione ancora piu’ incontrollabile”. Riguardo alla presenza di eventuali mercenari italiani in Libia, che combatterebbero al fianco delle milizie pro-Gheddafi, La Russa ha detto di non avere alcuna informazione: ”e’ vero che Gheddafi caccio’ gli italiani dalla Libia, anche nell’ indifferenza dei governi dell’epoca, e che lascio’ soltanto quelli di osservanza comunista”, perche’ ”allora era alleato con la Russia, quindi non escludo che possano essere rimasti o che vadano adesso dei mercenari, di cui non possiamo sapere nulla, ma certamente non c’e’ nessun italiano che abbia qualsiasi punto di riferimento con le istituzioni italiane”.

19.31 Maroni: ok sanzioni ma serve piano Marshall Ue. Le sanzioni alla Libia vanno bene ma non solo a questo si puo’ limitare l’intervento dell’Unione europea altrimenti c’e’ il rischio di essere visti come nemici. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, lo ha spiegato a margine della presentazione milanese del libro di Aldo Cazzullo ‘Viva l’Italia’ aggiungendo che l’Unione europea dovrebbe predisporre rapidamente un vero e proprio piano Marshall. ”Le sanzioni vanno bene – ha sottolineato – ma il rischio e’ di dare l’impressione a chi vive in Libia che l’Unione europea sia solo punizione, percio’ un nemico e questo puo’ alimentare la propaganda dei movimenti islamisti e dei nemici dell’Occidente”. Maroni ha detto di essere convinto che l’Europa ”debba muoversi rapidamente, come sta facendo sulle sanzioni, per dire a questa gente che l’Europa e’ pronta ad aiutare. Bisogna che prepari subito un sostanzioso piano Marshall per dire loro che se cadranno i regimi siamo pronti ad aiutarli per un sistema democratico, altrimenti c’e’ il rischio che nascano emirati islamici, come quello che si e’ autoproclamato in Cirenaica”. Il fatto che il Consiglio di Europa si riunisca solo il 24 marzo e’ per Maroni ”un rischio gravissimo” perche’ si deve aspettare un mese prima che prenda una posizione. Secondo il ministro, come ha gia’ detto in passato, serve un sistema di asilo comune per tutta l’Unione.

19.20 150 italiani si stanno imbarcando a Misurata. Circa 150 italiani ”si stanno imbarcando” sulle due navi della Marina militare a Misurata per fare rientro dalla Libia. Lo ha detto il capo dell’Unita’ di crisi della Farnesina Fabrizio Romano facendo il punto con i giornalisti sulla situazione nel paese nordafricano. ”Se riusciamo a concludere l’operazione Misurata, dovremmo poter arrivare a circa 1.300 italiani rimpatriati” ha aggiunto Romano spiegando che le condizioni del mare al largo della Libia ”sono in via di miglioramento”.

19.14 Numero due all’Onu: presto stop a export petrolio. Presto ci sara’ uno stop alle esportazioni di petrolio libico, finito in mano al popolo, per ragioni di sicurezza. Ne e’ convinto il numero due della missione libica all’Obu, Ibrahim Dabbashi. Dabbashi, esponente di punta tra i diplomatici ”ribelli” al regime di Tripoli, ha detto che l’industria petrolifera libica ”e’ controllata dal popolo”, e non sara’ colpita dalla crisi degli ultimi giorni. Le esportazioni di petrolio, comunque, saranno temporaneamente fermate per motivi di sicurezza, ha detto Dabbashi durante una conferenza stampa alla rappresentanza diplomatica della Libia all’Onu, sulla 48/a strada di Manhattan.

19.07 Migliaia i morti In Libia, ci sono stati gia’ migliaia di morti: ne e’ convinto il numero due della missione libica all’Onu, Ibrahim Dabbashi.

18.58 Testimoni, altre tre città stanno per cadere. Tre citta’ nelle montagne a 150 km a sud ovest della capitale libica Tripoli, stanno per cadere nelle mani degli insorti. Lo affermano testimoni appena tornati dalla zona. Le citta’ sono Yefren, Zenten e Jadu, area roccaforte della minoranza etnica berbera.

18.53 Nato: ci prepariamo ad ogni eventualità La Nato continua a seguire la situazione in Libia e in stretto coordinamento con gli altri organismi internazionali ”continuera’ a consultarsi allo scopo di prepararsi ad ogni eventualita”’: e’ quanto ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, al termine della riunione d’emergenza del Consiglio Atlantico dell’Alleanza. Il Consiglio Atlantico ”si e’ riunito oggi per discutere la seria situazione in Libia, che danneggia la sicurezza di migliaia di cittadini, inclusi quelli dei paesi della Nato”, dichiara Rasmussen. ”Il Consiglio Atlantico continuera’ a monitorare da vicino la situazione in coordinamento con le altre organizzazioni internazionali, e continuera’ a consultarsi allo scopo di prepararsi ad ogni eventualita”’, aggiunge il capo della Nato.

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