Libia, denunciò lo stupro: ora è accusata di diffamazione

LONDRA – La donna libica che ha scioccato il mondo facendo irruzione in un albergo di Tripoli frequentato da giornalisti occidentali e denunciando pubblicamente di esser stata stuprata da miliziani di Muammar Gheddafi è stata a sua volta denunciata per diffamazione da alcuni degli uomini da lei accusati delle violenze. Lo ha detto ai media britannici un portavoce del governo libico.

Ibrahim Mussa, il portavoce, ha detto che Iman al-Obeidi è adesso al centro di una denuncia. Secondo i giornali inglesi non è chiaro se la donna sia tuttora in prigionia. Mussa ha detto che è una ”ubriacona e instabile mentalmente”.

”E’ un caso legale”, ha detto il portavoce ai giornalisti Tripoli, secondo quanto scrive il Guardian. ”I ragazzi che ha accusato di stupro stanno denunciandola perché è un grave reato accusare qualcuno di un crimine sessuale”.

Secondo il Times, Mussa avrebbe detto che la donna sarebbe dovuta andare a denunciare lo stupro alla polizia: ”Invece è andata dai giornalisti e ha fatto nomi. Ora il loro onore è macchiato, le loro famiglie hanno perso l’onore e questo è un grave crimine per la legge islamica”.

Il caso di Imam al-Obeidi è tornato al centro della cronaca anche perché la madre della donna ha detto a SkyNews che il governo libico le avrebbe offerto soldi per convincere la figlia a cambiare la sua versione dei fatti. Non è chiaro dove si trovi adesso la donna se non che, secondo Mussa, sarebbe stata portata davanti al procuratore capo libico per rispondere delle nuove accuse. Secondo alcune fonti riportate dai media britannici la donna si troverebbe in un compound di Gheddafi.

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