ROMA – L’operazione in Libia è piuttosto complessa, secondo il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell’ Aeronautica, responsabile per le operazioni aeree dell’ Alleanza Atlantica nel periodo della guerra in Serbia. ”Non sono attività che si possano fare con coalizioni raccogliticce. Soltanto la Nato, con i suoi mezzi e le sue procedure, è in grado di muoversi presto e bene”. Lo dice a proposito della risoluzione sulla No fly zone in Libia approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu in un’ntervista alla Stampa.
”Premesso che mi sembra una decisione davvero tardiva e che si interviene solo ora che i buoi sono quasi tutti scappati – afferma -, la No fly zone è un’area in cui è vietato volare salvo espresso permesso di una Coalizione, a ciò autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il testo va esaminato per bene. E’ possibile che venga autorizzata anche una gamma più ampia di azioni, compresa la distruzione di tank a terra. Sarebbe il modo di tagliare le unghie al dittatore”.
”Occorrerà una seria pianificazione – avverte il generale -. Chiarito che il traffico civile dovrà utilizzare altre aerovie, bisognerà schierare un’ampia gamma di velivoli. Cito solo gli aerei caccia, per impedire che i jet dell’altra parte violino il divieto dell’Onu. Ma poi serviranno anche aerei-radar, aerei-cisterna, aerei-spia, aerei per distruggere le loro difese. Questi ultimi saranno fondamentali per eliminare radar e missili. Infine occorreranno velivoli di recupero e salvataggio, qualora un equipaggio debba essere salvato. Tutti questi aerei andranno poi coordinati a dovere, ciascuno con le sue orbite di volo e i suoi punti di decollo”.
”Se sto alle parole del ministro Frattini – conclude -, l’Italia si adeguerà alle decisioni degli organismi internazionali. Se ci sarà un’attivazione della Nato io mi auguro che faremo anche noi la nostra parte senza se e senza ma. Spero di evitarmi la solita dose di ipocrisia nazionale”.
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