Libia: Gran Bretagna riconosce Cnt e espelle diplomatici di Gheddafi

LONDRA- L'apparizione su una tv di Tripoli dell'attentatore di Lockerbie, Abdelbaset al Megrahi, e' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma la decisione era in cantiere da tempo: almeno dalla riunione del Gruppo di Contatto di meta' luglio a Istanbul. Seguendo l'esempio di Francia, Stati Uniti, Italia e una trentina di altri paesi, anche la Gran Bretagna ha riconosciuto oggi il Cnt come ''unica autorita' di governo'' legittima del popolo libico.

Il governo britannico, che in maggio aveva espulso l'ambasciatore di Tripoli, ha fatto lo stesso oggi con l'incaricato d'affari e i restanti diplomatici ancora fedeli al rais. Immediata la replica del governo di Tripoli che ha definito le espulsioni di diplomatici libici irresponsabili e illegali. L'ambasciata libica, in un edificio 'regency' a Hyde Park Corner, sara' consegnata agli emissari dei ribelli. La sede diplomatica e il vicino consolato, per mesi bersaglio di rumorose manifestazioni anti-Gheddafi, era da tempo guardata a vista da cordoni di polizia.

Dopo la Francia in marzo, due settimane fa gli Stati Uniti avevano riconosciuto il Cnt con una mossa che aveva consentito di sbloccare 30 miliardi di beni libici congelati negli Usa. E oggi il portavoce del Dipartimento di stato americano, Mark Toner, ha fatto sapere che gli Stati Uniti stanno esaminando seriamente la richiesta del Cnt di aprire una loro ambasciata a Washington. La mossa britannica, annunciata da Hague, da' agli insorti l'accesso a 91 milioni di sterline di risorse petrolifere, pari a circa 150 milioni di dollari. Il Foreign Office riconosce paesi, non governi o gruppi di opposizione, e quella sulla Libia ''e' una decisione unica'', ha precisato Hague, ''ma queste sono circostanze eccezionali''.

L'annuncio segue di 24 ore l'allineamento di Londra sulla posizione francese che il colonnello puo' 'andare in pensione' in Libia se accetta di lasciare il potere. ''Ma il tempo perche' a Gheddafi sia permesso di restare e' scaduto'', ha detto Mustafa Abdel Jalil, il leader del Cnt a Bengasi, spiegando che l'offerta fatta un mese fa al rais tramite l'inviato Onu oggi ''non e' piu' valida''. Contro la possibilita' che Gheddafi resti in Libia si e' schierato anche il Procuratore della Corte Penale Internazionale Luis Moreno Ocampo: ''La Libia deve eseguire il mandato di arresto di Gheddafi: non importa quale governo, e' una questione giuridica''.

Indiscrezioni in Gran Bretagna hanno suggerito che l'apparizione di Megrahi in tv – in sedia a rotelle e presentato come vittima del colonialismo – sia stato l'elemento scatenante della decisione britannica. Hague non ha confermato limitandosi a commentare che lo stato di salute che trapela delle immagini video dell'uomo di Lockerbie ''dimostra che i pareri medici all'atto del rilascio non valevano niente''. Ma in realta' le nuove mosse sono il segnale dell'impazienza di Londra per trovare una exit strategy. Farebbe comodo al premier David Cameron arrivare ad un autunno che si preannuncia caldo tra scioperi e polemiche interne essendosi disimpegnato da almeno una delle due guerre che succhiano risorse al paese in austerity (l'altra e' l'Afghanistan). La Gran Bretagna, che ha chiuso pro tempore l'ambasciata a Tripoli, ha aperto a Bengasi la sua sede diplomatica piu' numerosa in Nord Africa dopo il Cairo: diventera' ambasciata se il Cnt chiedera' l''upgrade'.

Intanto, gli insorti hanno annunciato l'intenzione di lanciare nei prossimi due giorni una grande offensiva contro la citta' di Ghezaia, al confine con la Tunisia, mentre il leader libico Muammar Gheddafi e' tornato a rivolgersi ai suoi fedelissimi in un nuovo messaggio audio. Alle truppe lealiste nella città di Zlitan, il rais ha detto di essere "pronto al sacrificio" per sconfiggere la Nato e i ribelli che vogliono obbligarlo a lasciare il potere.

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