Effetto Libia sull’Italia: resteremo senza gas? Romani spegne l’allarme

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Anche nello scenario peggiore l’Italia non dovrebbe restare senza gas. Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, forte delle rassicurazioni giunte dal Comitato d’emergenza, spegne così l’allarme innescato dalla crisi libica su una possibile carenza di metano.

L’attenzione, però, rimane alta sia sui prezzi del petrolio che, in prospettiva, sulle bollette di elettricità e gas: a questo proposito, l’Autorita’ per l’energia assicura che sulle tariffe non ci sara’ alcun impatto immediato, ma la corsa del greggio, con il Brent che ha sfondato i 110 dollari, non lascia ben sperare. Il comitato d’emergenza e il monitoraggio del gas naturale, che si è riunito al ministero dello Sviluppo sotto la presidenza del ministro, ha analizzato grafici e tabelle di tutti i possibili scenari, anche quelli ”peggiori” e ha constatato che ”la situazione è ottimale” e che in nessun caso c’è pericolo per la distribuzione del gas in Italia. Grazie al lavoro fatto negli ultimi anni per il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, infatti, ”possiamo dormire sonni tranquilli”, ha spiegato il ministro, che ha voluto cosi’ rassicurare ”imprese, cittadini e societa’ termoelettriche”.

La situazione, mentre nel Paese nordafricano gettano la spugna anche Total e Wintershall, e’ insomma sotto controllo perche’ le importazioni mancanti dalla Libia sono state sostituite con un aumento dell’import da alcuni degli altri gasdotti e con un maggiore ricorso agli stoccaggi. Altra cosa, ha spiegato Romani, e’ l’utilizzo delle riserve strategiche, quelle a disposizione del Paese per le vere emergenze, che ammontano a 5,1 miliardi di metri cubi e che ”non verranno nemmeno intaccate”.

Il Comitato ha anche valutato l’ipotesi di aumentare la produzione nazionale, con interventi di ottimizzazione sui pozzi di estrazione esistenti realizzabili in tempi contenuti, garantendo il recupero di un quinto delle importazioni libiche. Se sul fronte gas l’attenzione è massima (il governo ”tiene gli occhi apertissimi”, ha assicurato il ministro), per il momento minori preoccupazioni, da un punto di vista delle forniture, si registrano in tema petrolio: ”Non ci stiamo ponendo il problema – ha sottolineato Romani – perché la capacità che ha il mondo di approvvigionarsi, purtroppo a prezzi elevati, c’è”.

Il greggio continua infatti a viaggiare a livelli preoccupanti, con il Wti americano che oggi ha superato i 96 dollari e il Brent cha ha toccato i 110 dollari. E’ proprio l’andamento delle quotazioni del greggio, piu’ che la chiusura dei rubinetti del Greenstream, che incide sulla definizione delle tariffe di elettricità e gas. Il neopresidente Guido Bortoni ha infatti assicurato che ”non vi sarà alcun impatto immediato” della crisi libica e che nell’aggiornamento previsto per fine marzo si escludono aumenti legati agli aumenti di questi giorni. Tuttavia l’Autorità tiene d’occhio eventuali comportamenti speculativi a danno dei consumatori e ribadisce la necessità di rafforzare le infrastrutture. Uno sviluppo invocato anche dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricala’, che chiede la realizzazione di nuovi rigassificatori.