Libia: Onu e Usa revocano sanzioni su fondi esteri

NEW YORK – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha revocato questa sera le sanzioni imposte alla Banca centrale della Libia e allo stesso tempo gli Stati Uniti hanno fatto altrettanto, consentendo cosi' al nuovo governo di Tripoli di superare una perdurante crisi di liquidita'.

Dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi, il 16 settembre il Consiglio di sicurezza dell'Onu con la risoluzione 2009 aveva fortemente ridotto le sanzioni imposte alla Libia nel febbraio scorso, dopo l'inizio della rivolta contro il Colonnello, rimasto al potere per oltre 42 anni.

I fondi all'estero dell'istituto centrale, stimati a circa 150 miliardi di dollari, erano pero' rimasti congelati e ancora di recente le nuove autorita' di Tripoli avevano chiesto all'Onu di poterne tornare in possesso, per avviare la ricostruzione del Paese, far fronte ai dovuti pagamenti e stabilizzare il locale sistema bancario.

La decisione adottata oggi dall'Onu, che riguarda anche la Banca Estera Libica, un istituto offshore della stessa Banca centrale, intende andare proprio incontro a questa esigenza, secondo quanto hanno riferito diverse fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro.

E a loro volta, ''dopo attente consultazioni con il nuovo governo libico, gli Stati Uniti hanno revocato la maggior parte delle sanzioni statunitensi'' imposte alla Libia prima che fosse spodestato il regime di Muammar Gheddafi, come ha annunciato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, poco dopo che si era appresa la decisione dell'Onu.

Allo stesso modo, il portavoce ha precisato che si tratta di misure che, ''assieme ai passi intrapresi oggi dal Consiglio di Sicrezza delle Nazioni Unite, consentiranno al governo libico di avere accesso a gran parte dei suoi beni in tutto il mondo e aiuteranno il nuovo governo a supervisionare la ricostruzione e la transizione del Paese in maniera responsabile''.

La decisione americana, ha precisato Carney, ''sblocca tutti i fondi del governo e della Banca Centrale (libica) nella giurisdizione degli Stati Uniti, con limitate eccezioni'', mentre ''i beni della famiglia Gheddafi e di membri del regime di Gheddafi rimangono congelati''.

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