Libia: profanato il cimitero italiano di Tripoli

ROMA, 4 GIU – E' stato profanato il cimitero italiano di Tripoli che dopo decenni di abbandono era stato restaurato ed inaugurato meno di due anni fa. Ne' da' notizia Giovanna Ortu, presidente dell'Airl (Associazione italiani rimpatriati dalla Libia). Gli aggressori, probabilmente fedeli di Gheddafi, hanno tentato, senza riuscirci, di forzare il complesso monumentale che ospita i resti di 8.000 italiani. Hanno coperto di scritte oltraggiose le mura del cimitero e distrutto l'abitazione del custode.
Tra le scritte con le quali sono state imbrattate le mura del cimitero si legge anche una minaccia: ''la prossima volta bruceremo tutto''. La profanazione del cimitero, inaugurato dal sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, alla presenza di una delegazione dei rimpatriati che si erano a lungo battuti per ottenere dalla Farnesina i fondi necessari, e' avvenuta ieri, ma si e' saputo solo oggi. ''E' una notizia tristissima che da' un ulteriore segno della totale incivilta' di quanti ancora si ostinano a non abbandonare Muhammar Gheddafi'', e' il commento di Giovanna Ortu, presidente dell'Airl. Il cimitero e' stato parzialmente distrutto mentre e' in corso il completamento del progetto con la traslazione ad Hammangi (cosi' si chiama la localita' dove sorge il cimitero) delle salme tuttora sepolte nei villaggi grazie ai fondi messi a disposizione dal Fondo di Beneficenza della Banca Intesa Sanpaolo. Luigi Sillano che, per conto dell'associazione segue il progetto, confida che l'Istituto al quale era stata comunicata nel febbraio scorso la necessaria sospensione dell'iniziativa a seguito della rivolta in Libia, seguitera' a sostenerlo quando anche Tripoli sara' liberata. Sara' allora possibile riparare i danni fatti e quelli futuri qualora le frasi minacciose scritte sulle mura di recinzione della struttura dovessero tramutarsi nell'incendio totale del complesso.

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