Libia: un ponte aereo riporta a casa i primi italiani. Il C-130 non riesce a partire

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 23:39 OLTRE 6 MESI FA

Muhammar Gheddafi

ROMA – Sono rientrati nel pomeriggio di martedì 22 febbraio  i primi italiani che hanno voluto lasciare la Libia, travolta dalla dura repressione dei manifestanti anti Gheddafi. Centinaia di persone sono rimpatriate martedì, o stanno tornando in queste ore a Fiumicino e Malpensa, mentre non è ancora partito dall’Italia, per motivi di sicurezza, il C-130 dell’aeronautica militare che doveva decollare nel pomeriggio per riportare in Italia un centinaio di italiani.

”Tutti gli italiani che erano a Tripoli in attesa di rientrare sono rientrati: si tratta di circa 400 persone”, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, aggiungendo che nella capitale libica ”ci sono altri italiani, ma quelli che vogliono restare non li costringiamo a partire”. Altri 160 italiani, che si trovano invece in altre località libiche, sono ancora in attesa di partire, hanno precisato Frattini e il ministro della Difesa Ignazio La Russa dopo essersi incontrati all’aeroporto di Ciampino di rientro, rispettivamente, dal Cairo e da Abu Dhabi.

Per questi connazionali, hanno spiegato, si procederà ”in modo diverso”. ”La Difesa è pronta a mettere in campo quattro o cinque aerei C-130, alcune navi e, se necessario, qualche centinaio di militari”, aveva annunciato nel pomeriggio La Russa, mentre una task force dell’Unità di crisi della Farnesina è arrivata martedì a Tripoli per aiutare l’Ambasciata nel coordinamento delle attività di rimpatrio.

I primi 180 italiani rientrati, sbarcati a Fiumicino con un volo di linea Alitalia, hanno raccontato al loro arrivo del caos all’aeroporto di Tripoli: ”Ormai sembra un campo profughi – hanno detto – scarseggiano cibo e acqua”. Un caos che ha fatto ritardare di circa un’ora l’arrivo del volo speciale, con 290 posti, messo a disposizione della Farnesina dalla compagnia di bandiera, che era inizialmente atteso per le 19.40 a Fiumicino. Nel pomeriggio, inoltre, è arrivato a Malpensa anche un charter Alitalia organizzato dall’Eni per il rimpatrio di 120 persone, per lo più dipendenti del gruppo.

Non è ancora partito dall’Italia invece il C-130 dell’Aeronautica militare programmato per oggi. Secondo quanto si è appreso, in un primo momento l’aereo sarebbe dovuto atterrare a Bengasi, ma la pista e’ stata bombardata. Poi si era optato per lo scalo di Misurata, ma anche questo si e’ reso inagibile proprio mentre il C-130 stava per decollare. Anche una terza opzione si è resa infine impraticabile per la mancanza delle condizioni di sicurezza per ripartire.