Libia. Apprensione per tecnico italiano scomparso sabato, si teme rapimento

Marco Vallisa
Marco Vallisa

LIBIA, TRIPOLI – Ore di apprensione per la sorte del tecnico italiano Marco Vallisa di Cadeo, nel Piacentino, scomparso sabato mattina nell’ovest della Libia, insieme a due colleghi – un bosniaco ed un macedone – con cui lavorava per un impresa italiana, la Piacentini Costruzioni, nel Paese. La notizia della scomparsa, inizialmente diffusa dal Libya International Channel che ipotizza un rapimento è stata poi confermata dalla Farnesina secondo cui il tecnico italiano risulta “irreperibile”. Mentre il ministero degli Esteri è in contatto con la famiglia e ha “subito attivato tutti i canali”, a Cadeo sono ore di apprensione, nella speranza che la vicenda si risolva presto, e nel migliore dei modi.

Vallisa, 53 anni ed esperto di costruzioni impegnato in un cantiere della modenese ‘Piacentini Costruzioni’, era con altri due colleghi, il Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri, al momento della scomparsa avvenuta nella città costiera di Zuwara, nella parte occidentale della Libia. Città nota per il traffico illegale di immigrati e dalle cui coste tentano di emigrare migliaia di clandestini verso l’Europa. I tre sono stati visti l’ultima volta da un altro gruppo di dipendenti. Da allora si sono perse le loro tracce, riferiscono fonti della ditta a Tripoli. La loro macchina di servizio è stata ritrovata di fronte casa e al momento non ci sono notizie più concrete sulla loro sorte mentre crescono i timori di un rapimento.

Anche se, per ora, nessuna rivendicazione è stata resa nota e nessun riscatto chiesto alla ditta, informa la Piacentini. “Abbiamo provato numerose volte a contattarli ma i cellulari risultavano prima irraggiungibili poi spenti”, riferisce un collega a Tripoli. Intanto le autorità di Zuwara si sono attivate nella ricerca degli operai e avrebbero anche fermato alcune persone che potrebbero essere probabili sospetti, ma niente di concreto. La Piacentini sta attualmente lavorando alla ricostruzione e all’ammodernamento del porto di Zuwara per un importo che si aggira intorno ai 37 milioni di euro.

Dalla rivoluzione del 2011 che ha deposto Muammar Gheddafi, la Libia è teatro di rapimenti quasi giornalieri di membri delle forze di sicurezza, attivisti, giornalisti, giudici libici ma anche civili e stranieri, spesso perpetrati a scopo di riscatto. Da marzo non si hanno notizie di un altro italiano scomparso invece nella città orientale di Tobruq, Gianluca Salviato, un tecnico della Enrico Ravanelli. Da allora si teme per la sua vita anche perchè l’uomo, diabetico, ha bisogno di insulina.

Nella stessa regione, la Cirenaica martoriata da scontri, attentati e sequestri quasi quotidiani, altri due operai italiani furono invece rapiti il 17 gennaio vicino Derna e liberati 20 giorni dopo. Se i timori della prima ora, quelli del rapimento di Vallisa, fossero confermati salirebbero a quattro gli italiani nel mondo di cui si sono perse le tracce. Oltre a Vallisa e Salviati non si sa più nulla neanche di Giovanni Lo Porto, sparito da tre anni in Pakistan e Padre Dall’Oglio, in Siria, di cui non si ha più notizia da tempo.

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