L’industria del porno fa causa alla contea di Los Angeles: “No al preservativo”

Pubblicato il 12 Gennaio 2013 - 12:43| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Vivid Entertainment, una delle case di produzione che hanno fatto ricorso

LOS ANGELES – L’industria del porno ha dichiarato guerra alla contea di Los Angeles per l‘obbligo all’uso dei preservativi per gli attori. I colossi del settore, tutti attivi nella San Fernando Valley californiana, Vivid Entertainment, Califa Productions e alcuni attori, hanno fatto ricorso davanti a una corte federale perché ritengono la norma, approvata a novembre con un referendum in cui i sì prevalsero con il 56%, è incostituzionale e contraria alla libertà di espressione prevista dal Primo emendamento.

“Non devi vincere un Oscar per essere protetto dal Primo emendamento”, ha osservato Paul Cambria, l’avvocato che ha depositato il ricorso alla Corte distrettuale di Los Angeles.

I ‘ricorrenti’ sostengono che bastano le regole che il settore si e’ auto-imposto per proteggere gli attori contro l’Aids e le altre malattie veneree e che l’obbligo imporrebbe un costo insostenibile, spingendoli a trasferire altrove le produzioni. Oltre all’uso del preservativo, infatti, viene imposto ai produttori di pagare una quota al Dipartimento per la Sanità della contea e di sottoporre gli attori a rigorosi controlli.

In realtà lo scorso agosto una decina di casi di sifilide bloccò per settimane l’industria californiana del porno. Nel ricorso si sostiene tra l’altro che la cosiddetta Measure B approvata per referendum rientrava nelle competenze federali e non poteva essere decise a livello statale.

Dalla Fondazione per la lotta all’Aids, la Aids Healthcare Foundation, si sono detti certi che il ricorso verrà respinto in quanto “il provvedimento non colpisce la libertà di espressione”.