Il premio Nobel per la Letteratura è andato alla poetessa Louise Glück, figura di spicco – sottolinea l’Accademia Svedese – della letteratura contemporanea americana.
Vincitrice in patria di premi letterari importanti, tra cui il Pulitzer (nel 1993) e il National Book Award, Louise Glück è nata a New York City in una famiglia di origine ebraica ungherese.
La poetessa ha vinto il Nobel -si legge nella motivazione- “per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”.
Oltre a scrivere, la Gluck, è docente alla Yale University e vive a Cambridge, in Massachussetts. “L’infanzia, la vita famigliare e le relazioni con genitori e fratelli sono una tematica che rimane centrale nel suo lavoro”.
In Italia sono stati tradotti due suoi lavori, Averno (pubblicata nel 2019 da Dante & Descartes) e L’Iris Selvatico (per i tipi di Giano, nel 2003).
Averno, scrive l’Accademia, è “una raccolta magistrale, un’interpretazione visionaria del mito della discesa di Persefone agli inferi, prigioniera di Ade, il dio della morte”. E anche ne L’Iris Selvatico torna a tratti “il miracoloso ritorno alla vita dopo l’inverno”.
L’Accademia definisce “spettacolare” anche l’ultima collezione della poetessa, “Faithful and Virtuous Night”, ancora non tradotta in Italia.
Oltre a scrivere, la Gluck, è docente alla Yale University, a New Haven, in Connecticut; e vive a Cambridge, in Massachussetts. (Fonte: Agi)