ROMA – Steve Jobs avrebbe chiesto a cinque colossi dell’editoria digitale di ostacolare Amazon e tenere alto il prezzo degli ebook. In una mail scritta da Jobs a James Murdoch, proprietario di Harper Collins, e riportata dal The New York Times ci sarebbe la prova della richiesta di “cartello” e di un accordo “anti-Amazon” a Harper Collins, Macmillan, Hachette, Penguin e Pearson.
L’accordo sarebbe stato proposto nell’aprile del 2010, in occasione del lancio del primo iPad e dell’iBookstore e l’obiettivo era quello di costringere Amazon ad alzare i propri prezzi dai 9,99 dollari giudicati troppo competitivi da Apple, riporta Alessio Lana sul Corriere della Sera, che a Murdoch propone tre scenari nella mail:
“L’email contemplava tre scelte: la prima è l’esortazione a «unirti ad Apple e vediamo se riusciamo a creare un mercato di massa degli ebook a 12,99 e 14,99 dollari» seguendo, ma questo non è scritto, la classica divisione dei profitti per cui il 30 per cento viene trattenuto da Apple come accade nella vendita delle app. La seconda è di rimanere con Amazon e «di guadagnare di più nel breve termine» ma nel medio periodo Amazon «vi dirà che vi pagheranno solo il 70% di quei 9,99 dollari» prevede Jobs che conclude: «Anche loro hanno degli azionisti». La terza è di boicottare Amazon ma, avverte il fondatore della Mela, senza un canale di vendita gli utenti avrebbero iniziato a «rubare i libri» incentivando «la pirateria e una volta partita è impossibile fermarla. Credimi, L’ho visto accadere con i miei occhi». Due giorni dopo dalla ricezione della email, è l’opinione del governo, l’editore firmò l’accordo”.
La Apple si difende dalle accuse, mentre i colossi editoriali hanno patteggiato, sostenendo di aver condotto trattative con i singoli editori, contrattando di caso in caso con le 5 case editrici. Dunque l’accusa di “cartello” e di un accordo “anti-Amazon” per Apple non sussiste, tanto che Tom Neumayer, portavoce di Apple, ha già dichiarato: “Non vediamo l’ora di andare in tribunale per difenderci”.