Maksym Kagal, il campione mondiale di kickboxing è morto in battaglia a Mariupol: faceva parte della britagata Azov

Il campione del mondo di kickboxing, Maksym Kagal, è morto in battaglia a Mariupol. Lo riportano i media ucraini, sottolineato che l’atleta faceva parte delle forze speciali di Azov. “Dormi tranquillo, fratello, la terra è tua, ti vendicheremo”, ha commentato l’allenatore Oleg Skirt. Kagal era il primo campione del mondo di kickboxing Iska (International sport karate association) tra gli adulti nella squadra nazionale ucraina.

Chi sono la brigata Azov

La brigata Azov è uno dei bersagli della cosiddetta “operazione di denazificazione” che ha annunciato il Cremlino nel giustificare l’invasione dell’Ucraina. Intervistato dall’Ansa, il terzo comandante della brigata Azov, Maksym Zhorin – originario del Donbass – ha dichiarato che lo scopo di Azov è “salvare l’Ucraina, la sua unità e la sua integrità”: “Putin ci chiama nazisti come pretesto per uccidere gli ucraini”. Zhorin ha una trentina d’anni ed è impegnato nell’area di Kiev con circa duemila soldati.

“In questo momento sono a Irpin e negli ultimi giorni le possibilità di attacco da parte della Russia sono via via diminuite. Abbiamo già distrutto alcuni tank russi, molte loro attrezzature, e abbiamo buttato tutto nel fiume. Ora sono lì, assieme ai pesci” ha dichiarato Zhorin all’Ansa, presentandosi con l’uniforme tradizionale della brigata, che include lo stemma che rimanda al Wolfsangel, il simbolo germanico ripreso anche dal nazismo. “Da quando è iniziata la guerra” ha aggiunto Zhorin, “nostre unità sono presenti in tutte le principali città del Paese, come Kharkiv, Mykolaiv e Odessa”.

La brigrata Azov e il presunto legame col Nazismo

“Non c’è alcun legame tra noi e il movimento nazista. Il nostro scopo è salvare l’Ucraina e la sua integrità. Putin usa la sua propaganda per chiamarci nazisti per trovare un pretesto per uccidere gli ucraini” ha aggiunto Zhorin.

“A Irpin in questi due giorni gli attacchi sono diminuiti, abbiamo distrutto alcuni tank russi e li abbiamo buttati nel fiume. Ora sono lì, assieme ai pesci”, racconta Zhorin, tra i combattenti che, nel 2014, cacciarono i russi da Mariupol. “il referendum che Vladimir Putin vuole tenere a Lugansk sarà fasullo”, commenta Zhorin, terzo comandante della brigata Azov, originario della città del Donbass. 

 

Gestione cookie