KUALA LUMPUR – La maggior parte dei resti del Boeing 777 della Malaysia Airlines, che scomparve nella tratta da Kuala Lumpur a Beijing con 239 passeggeri a bordo, non è ancora stata recuperata. Il velivolo sparì l’8 marzo 2014 mentre era in volo, gli investigatori non sono ancora riusciti a determinare quale rotta avesse preso pochi istanti prima di precipitare.
La giornalista Christine Negroni, ha recentemente accusato la Malaysia Airlines in un libro, “The Crash Detectives”, criticando la compagnia aerea di non aver costantemente monitorato la posizione dell’aereo.
Nel libro, la Negroni spiega che le regole di sicurezza della compagnia prevedono il monitoraggio continuo della posizione del velivolo, dal decollo all’atterraggio, che invia costantemente dei dati da una torre di controllo a terra,”durante tutta la fase del volo”.
Ma la giornalista racconta che, nel 2013, alcuni revisori interni scrissero un report sulle condizioni dell’aereo, che non aveva i requisiti necessari e quindi, per legge, non poteva volare. Negroni afferma, inoltre, che Hishammuddin Hussein, ministro dei trasporti malesiano, era al corrente che l’aereo precipitato non avesse passato il controllo, ma non lo ammise alla stampa, anzi, due giorni dopo la sparizione del velivolo disse che il governo non aveva “nulla da nascondere”.
L’avvocato americano Blaine Alan Gibson sta portando avanti da solo un’indagine sulla sorte dell’ MH370, dopo aver trovato un pezzo di relitto nel mese di marzo, mentre una squadra guidata dal governo australiano sta sondando il fondale all’interno di un raggio di 120.000 km quadrati dell’Oceano Indiano, dove le autorità credono che l’aereo sia precipitato.