ROMA – Malaysia MH370. Aereo scomparso? “Dirottato dal pilota”, l’esperto. Quello della scomparsa l’8 marzo 2014 del Malaysia MH370, sul quale peraltro le autorità locali stanno per gettare definitivamente la spugna, è davvero un mistero? Pochi pezzi dell’aereo sono risaliti in superficie, ultime tracce di esistenza dopo la scomparsa del velivolo dai radar: non è stata recuperata la scatola nera, smentita la presenza di dirottatori in vena di attentati, i rottami di flaperon e flap restano la sola speranza di capirci qualcosa, assodato che i dati satellitari non riempiono il buco nero della mancanza di informazioni.
C’è un signore canadese, oggi un consulente ma veterano dei disastri aerei – 200 nel suo archivio, compreso il Swissair precipitato a largo delle coste canadesi nel ’98 del quale scoprì il piccolo focolaio di incendio iniziale all’interno del velivolo – che afferma con certezza, a dispetto della nebbia conoscitiva circostante, di sapere cause e modalità del disastro.
Larry Vance, 67 anni, intervistato dallo Spiegel online (che non risparmia all’interlocutore la sorpresa per quello che può essere scambiato per un atto di presunzione) è sicuro, gli basta aver visionato qualche reperto. Non può che essere stato il pilota, Zaharie Shah, il responsabile: lo dicono i flap aperti prima dell’inabissamento e staccatisoi al momento dell’impatto. Che doveva compiersi, come avvenuto, senza lasciare traccia. Cioè con la fusoliera che ammara di schianto sull’acqua in modo che tutto quanto si trovasse all’interno spingesse catastroficamente verso poppa.
Potevano essere dispiegati automaticamente, chiede il reporter: “No. Qualcuno ha tirato la leva, non c’è altro modo. Qualcuno voleva che l’aereo atterrasse sulla superficie dell’oceano lasciando intatta la fusoliera, così tutto quanto all’interno sarebbe confluito verso il fondo, in modo da non essere mai più trovato o visto di nuovo. Tutte queste chiacchiere sul mistero mi fanno arrabbiare. Non c’è alcun mistero su quanto è avvenuto, il mistero è sul perché qualcuno l’abbia fatto”.
Escluso un occasionale dirottatore (“Impossibile, bisogna essere un pilota molto esperto per far atterrare un Boeing 777 sopra un oceano agitato”), resta Zaharie Shah: gli inquirenti australiani hanno verificato la presenza di un piano di volo simile (ammaraggio sull’oceano) nel suo simulatore di casa. Un punto in più per le certezze di Vance che non si pronuncia sul pilota (“non sono un poliziotto né uno psicologo”) ma che no n può notare come tutto torni. se le cose sono andate come dice Vance, una fusoliera praticamente intatta giace addormentata sul fondo di un oceano. Con un carico di umanità dispersa per sempre.