La marea nera dà una tregua, ma potrebbe ricominciare

Pubblicato il 28 Maggio 2010 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA

Potrebbe riprendere la fuoriuscita di petrolio che per settimane ha infestato il mare del Golfo del Messico fino alle coste degli Stati Uniti. La tregua è arrivata ieri, quando la marea nera è stata fermata, ma per tirare un respiro di sollievo bisognerà aspettare le prossime ore: solo allora si capirà se la soluzione usata è quella definitiva o solo una “pezza”  temporanea.

L’operazione “Top Kill” utilizzata per fermare la fuoriuscita consiste nel pompare fango laddove esce il petrolio, per controbilanciare la pressione: il metodo a quanto pare funziona e presto potrebbe essere immesso del cemento, per chiudere definitivamente la falla.

Il caso Marea Nera ha portato il presidente americano Obama a riconsiderare la politica energetica statunitense. “Mancano ancora parecchi anni prima di essere in grado di andare avanti con le sole energie pulite. In questo periodo dovremo continuare a usare il petrolio, per questo sarebbe bene che gli Stai Uniti producessero petrolio e gas per il proprio fabbisogno, e non semplicemnte importarlo”.

Il presidente Obama ha imposto una moratoria di 6 mesi sulle trivellazioni, in attesa di capire cosa abbia provocato l’incidente nel Golfo del Messico che, oltre al distastro ecologico, ha ucciso 11 lavoratori della BP.  La moratoria imporrà un ritardo a tutti quelli che fino ad ora hanno messo gli occhi, per le future trivellazioni, sulle acque del mare Artico: la Shell Oil, e i politici dell’Alaska, come il senatore democratico Mark Begich che si è detto frustrato per il rinvio delle trivellazioni, una decisione che “produrrà costi più alti per produrre petrolio e gas a sufficienza per il fabbisogno nazionale”.