Marea nera, tensione Usa-Gb sui risarcimenti della British Petroleum

Pubblicato il 13 Giugno 2010 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA

Barack Obama

Il presidente Barack Obama chiederà a Bp la creazione di un fondo gestito da una commissione indipendente per indennizzare privati e imprese danneggiate dalla marea nera: la richiesta, anticipa la Cnn, verrà ufficializzata mercoledì nell’incontro alla Casa Bianca con i vertici del gigante petrolifero.

Il fondo verrà creato con una somma accantonata per pagare danni “in base a procedure efficienti, eque e trasparenti da una commissione indipendente creata appositamente allo scopo”, ha detto una fonte della Casa Bianca. L’annuncio è l’ultimo da parte della Casa Bianca per assicurare che sia Bp e non i contribuenti americani a pagare per la maggiore catastrofe ambientale della storia degli Stati Uniti.

L’indiscrezione precede la riunione dei direttori del board di Bp durante la quale la multinazionale del greggio potrebbe annunciare la sospensione dei dividendi per far fronte alle spese di decontaminazione nel Golfo. La prossima settimana sarà dura per i vertici del gruppo che martedì si presentano a Capitol Hill per audizioni davanti alla Commissione Energia e Commercio della Camera dei Rappresentanti.

Secondo voci raccolte dalla stampa britannica, nel partito della Casa Bianca influenti parlamentari starebbero premendo per far chiedere a Obama cento miliardi di dollari di danni contro Bp, una somma che quasi certamente porterebbe il gruppo in bancarotta. Mercoledì Obama ha convocato alla Casa Bianca il presidente di Bp Carl-Henric Svanberg e altri top manager: ‘Il presidente metterà in chiaro che si aspetta, e se necessario eserciterà la sua piena autorità legale, che Bp metta da parte i fondi necessari per pagare singoli individui e imprese che sono stati danneggiati dalla marea. E che questi fondi siano ammministrati in modo equo, efficiente e trasparente da una commissione indipendente stabilita a questo scopo”.

Sulla questione dividendi della British Petroleum interviene anche il governo britannico, in una crescente tensione diplomatica tra Washington e Londra. Il colosso petrolifero deciderà da solo se distribuire o meno il dividendo fra i suoi azionisti: lo ha dichiarato il ministro degli esteri britannico, William Hague.

A una domanda della Bbc se la Bp si consulterà con i vertici politici Usa sulla distribuzione del suo dividendo, Hague ha detto: “Naturalmente la Bp deciderà sul proprio dividendo”, aggiungendo però che la compagnia petrolifera “deve fare del suo meglio per fermare il versamento di petrolio, per occuparsene permanentemente in modo soddisfacente e fare quanto è possibile per mitigarne le conseguenze”.

Giovedì la speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, aveva dichiarato che la Bp dovrebbe sospendere la distribuzione di ogni dividendo tra i suoi azionisti finché non avrà rimborsato tutte le spese alle vittime della marea nera. Ieri per alleviare la tensione fra Usa e Gran Bretagna il presidente Barack Obama ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro David Cameron.

La Bp sta comunque  prendendo in considerazione un taglio dei dividendi: una riduzione però, non la totale sospensione. Secondo quanto riporta oggi il Sunday Times, il colosso petrolifero potrebbe decidere di ridurre il dividendo ai suoi azionisti nell’ambito di un suo accordo con il presidente Usa Barack Obama, ma non di cancellarlo del tutto e sta dunque cercando altre strade per raggiungere un’intesa.

Ricordando il disastro della Exxon Valdez del 1989, per il quale sono ancora in corso cause legali per i risarcimenti, un consigliere della società ha dichiarato al domenicale che il fondo potrebbe servire a combattere “l’effetto Valdez”. “Dobbiamo dimostrare di essere pronti a pagare subito e che non vogliamo aspettare le vie legali”.