Una suora italiana, Maria De Coppi, è rimasta uccisa in un attentato in una comunità di religiose comboniane di Chipene, in Mozambico. Tutto è avvenuto nella serata di martedì, 6 settembre.
Lo hanno comunicato le stesse comboniane in una nota della Segreteria generale.
Le prime notizie
L’attentato alla Comunità di Chipene sarebbe avvenuto intorno alle 21 di ieri e ancora non sono noti gli autori né le circostanze precise.
“Le notizie riguardanti le Sorelle lì presenti – aveva fatto sapere la Segreteria generale in una precedente nota di questa mattina – sono incerte e durante la notte non è stato possibile raggiungere il luogo per averne di più precise”.
Suor Maria De Coppi, comboniana della diocesi di Vittorio Veneto (Treviso), 83 anni, era da 59 anni in Mozambico, che aveva raggiunto per la prima volta nel 1963, ed aveva acquisito la cittadinanza mozambicana. Aveva prestato il suo servizio in varie missioni della provincia di Nampula.
Il comunicato del Centro missionario della diocesi di Concordia-Pordenone
Secondo quanto riferisce il Centro missionario della diocesi di Concordia-Pordenone, “i ribelli hanno assaltato la missione, dando fuoco a tutte le opere parrocchiali. Suor Maria… è stata uccisa durante l’agguato. Tutti i sopravvissuti sono adesso in fuga verso Nacala”.
“Don Lorenzo e don Loris sono vivi! Ringraziamo Dio”: con queste parole, in un post su Facebook, il Centro Missionario Concordia Pordenone ha annunciato che i due sacerdoti della diocesi, in missione in Mozambico, don Loris Vignandel, già parroco di Chions, e don Lorenzo Barro, già parroco di Aviano, sono riusciti a scampare all’attentato della notte.
“I ribelli hanno assaltato la missione – prosegue il Centro Missionario -, dando fuoco a tutte le opere parrocchiali. Suor Maria, missionaria comboniana originaria di Vittorio Veneto, è stata uccisa durante l’agguato. Tutti i sopravvissuti sono adesso in fuga verso Nacala”.
“Gli ultimi due anni sono stati molto duri. Al nord del Paese è in corso una guerra per i giacimenti di gas e la gente soffre e scappa: nella mia parrocchia ci sono 400 famiglie che arrivano dalla zona di guerra. Poi è venuto il ciclone. Infine l’anno scorso la siccità si è prolungata per tanto tempo. Oggi a Nampula c’è una estrema povertà”. Così raccontava la situazione nel Paese africano suor Maria De Coppi. In un’intervista dell’ottobre scorso, riportata dal sito del settimanale diocesano di Vittorio Veneto L’Azione, suor Maria aggiungeva che “nonostante la povertà materiale, l’ascolto dell’altro resta un dono grandissimo, è riconoscergli dignità”.
La popolazione della zona di Nampula “è piuttosto fatalista, aspetta che passino la guerra e le calamità. Dicono: ‘La nostra guerra è di non fare guerra’. Quando sono arrivata, i mozambicani si sentivano disprezzati per il colore della pelle e questo mi feriva, perché sono persone come noi”.