OTTAWA – Il Canada dice sì alla marijuana legale. Il primo ad accendersi uno spinello acquistato liberamente, alla mezzanotte in punto di martedì 16 ottobre, è stato un abitante di Terranova, la provincia più ad est del Canada. Poi, via via, hanno aperto i negozi in tutte e 13 le province del Paese diventato il secondo al mondo a legalizzare la marijuana per uso ricreativo dopo l’Uruguay.
E’ una svolta attesa da tempo quella portata a termine dal premier Justine Trudeau, che della liberalizzazione della cannabis aveva fatto uno dei punti di forza della sua campagna elettorale, in un Paese che conferma così la sua vocazione libertaria e progressista.
La promessa ora è stata mantenuta, e da Montreal a Vancouver, da Winnipieg a Calgary è stata una notte di festa, con file interminabili davanti ai rivenditori d’erba e feste private per celebrare la fine dell’era del proibizionismo.
Ora acquistare spinelli già rollati, fiori di marijuana freschi o essiccati, olio di cannabis si potrà fare tranquillamente senza il rischio di infrangere la legge e nelle quantità stabilite dalle nuove regole. Regole secondo cui una persona maggiorenne potrà avere con sé e condividere con altri adulti fino a 30 grammi di cannabis essiccata, abbastanza per poter preparare 60 spinelli di dimensione ‘regolare’.
La cannabis commestibile – come i biscotti, le caramelle, il burro di arachidi o il caffè a base di marijuana – resterà ancora illegale per un anno. Mentre da subito sarà permesso di coltivare in casa fino a quattro piante di marijuana per uso familiare.
Per chi poi è stato condannato per possesso illegale di erba si lavorerà ad una sorta di amnistia e alla cancellazione delle multe pari a 631 dollari canadesi. Insomma una vera e propria rivoluzione destinata ad avere un impatto enorme sul tessuto sociale, culturale ed economico del Paese. E la corsa all’oro verde e per accaparrarsi le licenze è già partita da tempo, per un business che si prevede raggiunga un giro di affari di oltre 5 miliardi di dollari entro il 2020. Senza contare gli introiti del turismo attraverso il confine con gli Stati Uniti, Paese nel quale ancora la marijuana per uso ricreativo è vietata in molti Stati.
Gli occhi sono in particolare su Altria, il colosso delle sigarette a cui fanno capo le Marlboro, che sarebbe in trattative per acquistare una quota di minoranza in Aphria, produttore canadese di cannabis. Non mancano però le polemiche. Perché se per la maggioranza dei canadesi la liberalizzazione della cannabis e la fine del proibizionismo sono un segno di progresso e una vittoria sul fronte dei diritti umani, per altri tutto questo è fonte di preoccupazione. Così l’associazione dei medici in un’editoriale critica il governo e parla di “esperimento incontrollato”, spiegando senza mezzi termini come con la nuova legge si mettano gli interessi e i profitti dei produttori e dello Stato (che godrà di maggiori entrate fiscali) davanti alla salute dei canadesi. In Canada, dove la marijuana per uso medico è legale già dal 2001, sono 4,9 milioni le persone che consumano cannabis, con una media di oltre 20 grammi di erba a persona.