Marines col volto da bambino è l’uomo che ha tagliato la gola al tassista perché musulmano

Michael Enright

E’ uno studente di 21 anni recentemente integrato con i marines degli Stati Uniti. Si chiama Michael Enright, l’uomo che il 25 agosto ha accoltellato a un tassista a New York, solo perché di fede musulmana.  Ahmed Sharif è vivo per miracolo dopo che il ragazzo ormai ribattezzato il “razzista dal volto da bambino” gli ha tagliato la gola, il viso e le braccia. Enright, 21 anni, è stato accusato di tentato omicidio, aggressione, crimine di odio e possesso criminale di un’arma.

“Vivo in città da 25 anni, da 15 guido un taxi e ho 4 figli nati qui”, ha detto Sharif lasciando capire di essersi integrato nella società Usa.

Il giovane studente era tornato a maggio dopo cinque settimane nei marines, con un gruppo militare nella provincia di Helmand, dove stava girando un documentario. Il viaggio era stato in parte pagato da un gruppo no-profit a sostegno “del dialogo interreligioso e la cooperazione interculturale, in particolare con i nostri fratelli e sorelle musulmani”, di cui lo stesso Enright è un volontario. 

Ahmed Sharif

Dopo aver parlato al Sharif in arabo e chiedendo se era un musulmano, ha urlato: “Questo è un posto di blocco, Devo ucciderti!”. A tirato fuori il cotello e ha tentato di sgozzare Sharif. Adesso lo aspettano 25 anni di carcere.

Un effetto Moschea a Ground Zero, dicono in molti. A New York crescono infatti i timori di una escalation di violenze contro gli islamici proprio a causa delle polemiche sul luogo di culto musulmano che dovrebbe sorgere proprio sulle macerie delle Torri Gemelle.

Proprio giovedì, giorno del tentato omicidio a New York, un nuovo sondaggio ha rivelato che circa tre su quattro americani, il 71%, non crede sia opportuno costruire la Moschea a Ground Zero. Il numero è cressciuto rispetto al mese scorso dell’8%.  il sentimento anti-musulmano si è diffuso anche oltre New York, molte le proteste contro le moschee in California e in Tennessee con predicatori cristiani a Gainesville, in Florida, che in tribunale hanno insistito sul prioprio diritto di bruciare le copie del Corano.

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