Marò arrestati. Il cardinale Alencherry cerca una soluzione

KOCHI – Un portavoce del neo-cardinale George Alencherry, arcivescovo maggiore della chiesa cattolica siro-malabarese in Kerala, ha precisato oggi che il porporato ”non ha preso alcun contatto con i ministri cattolici dello Stato” sulla vicenda dei due pescatori indiani, come invece riferito ieri dall’agenzia Fides, e che ”non sta interferendo in alcun modo nelle indagini”.

Il cardinale, che si trova ancora a Roma, ”e’ pero’ interessato” che la questione ”sia risolta diplomaticamente tra i due Paesi”. E’ quanto ha detto all’ANSA padre Paul Thelekat, portavoce della chiesa siro-malabarese, una delle piu’ antiche correnti cattoliche, secondo la tradizione portata in India dall’apostolo Tommaso. ”Ho sentito il cardinale stamattina e mi ha detto che le sue parole sono state erroneamente interpretate e che voleva soltanto esprimere i sentimenti dei tanti indiani che lavorano in Italia e sulle navi italiane”, ha aggiunto il sacerdote che e’ anche direttore di un bisettimanale di Kochi.

Non ha poi escluso un intervento della Chiesa locale in una eventuale riconciliazione con la famiglie dei pescatori uccisi che chiedono un adeguato risarcimento. Ma ha sottolineato che ”se avviene una mediazione non e’ perche’ i pescatori sono cristiani, ma perche’ la Chiesa sta dalla parte dei piu’ deboli e di chi soffre. Per noi sono tutti esseri umani” ha concluso. Uno delle vittime, Jalestine (Valentine), 45 anni, e’ cattolico. La moglie ha presentato ieri una richiesta di risarcimento all’Alta Corte di Kochi, che pero’ non e’ ancora stata formalizzata in quanto non e’ in grado di pagare le carte bollate richieste per la petizione.

”Verita’ e giustizia” nella vicenda dei pescatori uccisi nel mare del Kerala il 15 febbraio scorso, in cui sono coinvolti i due maro’ in servizio sulla petroliera italiana: e’ quanto chiede il neo-cardinale George Alencherry, arcivescovo maggiore della Chiesa siro-malabarese, con base in Kerala. Il cardinale, di cui ieri l’agenzia vaticana Fides aveva riferito un tentativo di mediazione, con contatti con i ministri cattolici del governo del Kerala, ha precisato oggi il suo pensiero sempre alla Fides.

”Questo episodio dev’essere investigato – ha dichiarato -: se c’e’ un’azione colpevole, dev’essere trattata legalmente e i colpevoli devono essere puniti. Si devono rispettare pienamente verita’ e giustizia”.    Il cardinale ha spiegato anche l’espressione, da lui usata ieri, parlando di ”soluzione pacifica” alla vicenda: ”Quello che intendevo dire e’ che auspico questo evento non diventi motivo di conflitti e di inimicizia, nelle comunita’ e fra le nazioni. Non ho intenzione di assumere un ruolo di mediatore nel risolvere la vicenda”.

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