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Marò, governo indiano assicura: no rischio pena di morte

di Daniela Lauria |9 Gennaio 2014 14:29

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

NEW DELHI – Niente pena di morte per i nostri marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: lo ha assicurato il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid, rispondendo al collega degli Interni, Sushil Kumar Shinde

Khurshid lo ha ribadito all’uscita di un incontro a New Delhi con Shinde e con il ministro della Giustizia, Kapil Sibal:

“Ho spiegato il punto di vista del ministero degli Esteri sulla vicenda al ministro degli Interni”, che peraltro “ha l’ultima parola”, ha sottolineato il capo della diplomazia di New Delhi.

“Ho ricordato – ha aggiunto – che esiste il fatto che il governo indiano ha fornito un’assicurazione che i due marò non rischiano la pena di morte”.

Il nodo pena di morte è piuttosto intricato: la questione apparentemente non ha vie d’uscita perché da una parte la polizia indiana Nia può presentare un rapporto sul caso, avvenuto fuori dalle acque territoriali, solo utilizzando la Legge indiana per la repressione della pirateria (SUA Act) che implica la richiesta di pena di morte. Dall’altra, se si rimuove il SUA Act, per evitare l’incriminazione per la pena capitale e si invoca solo il Codice penale, allora la Nia non ha giurisdizione.

Rassicurazioni giungono infine dall’inviato speciale della Farnesina, Staffan De Mistura, che ha precisato:

“La questione della pena di morte applicabile ai marò è già da tempo totalmente esclusa, sia da passate dichiarazioni del ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid, sia da prese di posizione al riguardo nel Parlamento di New Delhi”.

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