NEW DELHI – Prosegue il braccio di ferro tra Italia e India dopo l’annuncio che i marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, non faranno ritorno a New Delhi. Il premier indiano ha definito la decisione della Farnesina “inaccettabile”. Dopo la convocazione dell’ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini, il ministero degli Esteri indiano ha diffuso una nota in cui si chiede al’Italia di “rispettare l’impegno preso”. Intanto l’Ue auspica una soluzione nel rispetto del diritto internazionale.
I due marò lo scorso 22 febbraio avevano ottenuto un permesso per fare ritorno in Italia della durata di quattro settimane, in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Latorre e Girone erano già rientrati a casa durante le vacanze natalizie e avevano dimostrato grande senso di responsabilità: “Torniamo in India per rispetto della parola data”, avevano detto ma già allora c’era chi caldeggiava l’ipotesi di non rimandarli indietro.
Il governo dell’India sostiene con fermezza di “non essere d’accordo con la posizione espressa dal governo italiano sul ritorno dei due marine in India – ha fatto sapere New Delhi – L’India si aspetta dalla Repubblica italiana, come Paese impegnato nel rispetto della legge, che onori la dichiarazione giurata sovrana fornita da essa alla Corte Suprema”. Secondo l’emittente indiana Ndtv il governo di New Delhi aspetterà fino al 22 marzo, data della scadenza del permesso concesso ai marò, prima di intraprendere azioni contro l’Italia.
Il premier indiano Singh ha pure incontrato alcuni parlamentari del Kerala, lo stato indiano al largo delle cui coste il 23 febbraio sono stati uccisi i due pescatori della cui morte vengono incolpati Latorre e Girone. Ai parlamentari del Kerala Singh ha promesso che il Paese “attiverà tutti i canali diplomatici per far tornare in India i due militari italiani”.
Anche l’Unione Europea è entrata nel merito della disputa. Il portavoce dell’alto rappresentante della politica estera Ue Catherine Ashton ha fatto sapere che : “La Ue prende nota della dichiarazione del ministro Terzi e spera che si trovi una soluzione nel pieno rispetto della convenzione Onu sul diritto del mare e delle leggi internazionali”.