NEW DELHI – Il marò Massimiliano Latorre potrà restare in Italia fino al 30 aprile. Lo ha stabilito la Corte Suprema indiana. L’attesa decisione riguardava il permesso sanitario concesso a Latorre nello scorso agosto per curare gli effetti dell’ictus che lo aveva colpito proprio in agosto. Il permesso scade il 15 gennaio e il governo italiano si era impegnato in un primo momento a far rientrare il marò in India al termine del permesso. Ma nel frattempo il Tribunale Onu aveva deciso di occuparsi della questione, chiedendo ai due paesi di astenersi da ogni azione giudiziaria.
Il senatore Pd Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa, aveva anticipato che il governo italiano non avrebbe fatto rientrare il militare in India: “Siamo anzi chiedendo che anche Salvatore Girone attenda in Italia il processo di Amburgo”. Fonti del governo avevano confermato a Repubblica che questa decisione era stata presa da tempo, “perché sarebbe stato politicamente impossibile oltre che umiliante far rientrare Latorre in India in pendenza di una decisione del Tribunale Onu”.
“Chiederemo al primo ministro Narendra Modi di far tornare in India il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre nei tempi previsti dalla sua licenza”, aveva invece dichiarato il chief minister (governatore) dello Stato meridionale del Kerala, Oommen Chandy. Interpellato sulle dichiarazioni del presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola Latorre secondo cui il fuciliere italiano non tornerà a New Delhi, Chandy ha sottolineato che Modi “deve intervenire in modo deciso”.
“I marò italiani – ha aggiunto Chandy – hanno commesso un crimine in territorio indiano e quindi devono rispondere alle leggi indiane. Oggi stesso il Kerala chiederà al premier Modi di riportare il militare italiano in India”. L’incidente che ha coinvolto la petroliera italiana Enrica Lexie su cui viaggiava un team di sei fucilieri di Marina, e che riguarda la morte di due pescatori indiani è avvenuto a 20,5 miglia nautiche al largo delle coste del Kerala. In un primo tempo le autorità keralesi hanno processato per questo i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ma successivamente la Corte Suprema ha stabilito che il Kerala non aveva i poteri per farlo ed ha trasferito il procedimento a New Delhi.