NEW DELHI – Una missione della polizia indiana Nia in Italia per interrogare quattro marò che erano con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sulla Enrica Lexie durante l’incidente in cui morirono due pescatori ”non si può fare perché gli interessati potrebbero sollevare la questione della giurisdizione riguardante il Codice di procedura penale indiano, sostenendo che non puo’ applicarsi fuori dall’India”.
Lo sostiene il quotidiano Hindustan Times. Nella sua edizione online il giornale pubblica una nota firmata in cui si sostiene che la complicazione è dovuta al fatto che ”il governo italiano ha chiarito che non autorizzerà i quattro testimoni a comparire in India”. La Nia, si dice ancora, voleva inviare un team a Roma per raccogliere le testimonianze dei quattro, ma il ”braccio legale” del governo (ministero della Giustizia e Procura della Repubblica, ndr.) hanno sollevato i dubbi riguardanti la applicabilità della giurisdizione sull’interrogatorio in Italia.
E a questo proposito, si precisa, ”il ministero della Giustizia ha detto al governo che la Nia potrebbe non raccogliere la dichiarazione dei testimoni” nel suo eventuale viaggio in Italia. L’opinione legale, di cui apparentemente il quotidiano è stato portato a conoscenza, ”giunge a quasi sei mesi da quando la Corte Suprema ha impartito istruzioni alla Nia di istruire il caso, chiedendo inoltre la costituzione di un tribunale speciale operante su base quotidiana. ”La decisa posizione italiana – sostiene infine il quotidiano – ha posto i ministeri interessati in difficoltà e funzionari ammettono che il tempo a disposizione della Nia per terminare le indagini e presentare i capi di accusa alla corte speciale si sta esaurendo”.