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Mathilde Krim, morta la genetista e virologa simbolo della lotta all’Aids

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Mathilde Krim, morta la genetista e virologa simbolo della lotta all’Aids

NEW YORK – Gli attivisti anti-Aids dicono addio a Mathilde Krim, genetista, virologa e filantropa nata 91 anni fa in Italia e il cui nome e’ per sempre legato alle campagne contro la malattia. La Krim e’ morta nella sua casa di Kings Point, vicino New York. La morte e’ stata confermata da amfAR, la fondazione per la ricerca sull’Aids di cui la Krim fu la presidente fondatrice.

Negli anni ’80, quando gli Stati Uniti si accorsero con terrore del virus, la Krim mise la sua passione, le conoscenze scientifiche e i contatti nel mondo dello spettacolo e degli affari del secondo marito, un avvocato di Hollywood, al servizio delle battaglie non solo contro l’Aids ma anche per diritti civili delle persone contagiate, scrive il New York Times.

Nei decenni successivi, Mathilde si mise in prima fila nel combattere pregiudizi, superstizioni e timori che avevano esiliato dalla società malati e sieropositivi. All’inizio dell’epidemia negli Usa l’Aids uccideva soprattutto emofiliaci infettati da trasfusioni contaminate e immigrati da Haiti, dove il virus era approdato prima che nel continente proveniente dall’Africa. Ma per pubblico americano l’Aids era soprattutto un male che aggrediva altri due gruppi, omosessuali e tossicodipendenti:

“Pensavano che fosse una malattia legata a uno stile di vita dissoluto, alle droghe e al sesso non eterosessuale”,

aveva detto la Krim in una intervista al New York Times del 1988. Figlia di padre svizzero-italiano e madre austriaca, Mathilde Krim era nata a Como. Cresciuta in Svizzera in ambienti antisemiti durante la seconda guerra mondiale, si era convertita all’ebraismo e unita al movimento sionista dopo la fine del conflitto, sconvolta dalle immagini dei campi di concentramento di Hitler.

Approdata negli Usa, aveva ripreso le ricerche sulla lotta contro il cancro iniziate all’Istituto Weitzman in Israele. Nel 1983, agli albori dell’epidemia di Aids, aveva creato una prima fondazione che due anni dopo si era fusa con amfAR di Elizabeth Taylor, con Barbra Streisand, Woody Allen e Warren Beatty tra i testimonial più famosi.

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