Matteo e Matteo, bolognesi sposi a New York

BOLOGNA, 28 LUG – Matteo e Matteo sono marito e marito. E' bolognese la prima coppia gay italiana a sposarsi nello Stato di New York approfittando della norma da poco approvata che consente le nozze tra persone dello stesso sesso. Matteo Cavalieri, 26 anni, e Matteo Giorgi, 36, legano con un vincolo ufficiale un'unione che dura da sei anni. Le nozze ieri pomeriggio sulla spiaggia di Atlantic Beach, a Long Island. In smoking, ma a piedi nudi nella sabbia, alla luce di un tramonto illuminato da candele, il fatidico si', rigorosamente in inglese.

Matteo Cavalieri e' un ragazzo attivo politicamente: esponente del Pd, lavora per l'Arcigay di Bologna ed e' nel consiglio di quartiere Porto. Il suo compagno e' un giornalista musicale. Volevano sposarsi da tempo, avevano gia' pianificato di farlo a Las Vegas e il volo era prenotato. Poi pero' l'approvazione della legge nello Stato americano li ha convinti. Una amica italiana che vive negli Usa, Letizia, ha fatto il resto, mettendo a disposizione la casa e dando una mano per organizzare la cerimonia.

''Qui sposarsi e' semplice – spiega Cavalieri raggiunto al telefono dall'ANSA – vai in municipio, con passaporto, fai una richiesta, ti danno un modulo. E sono super-organizzati: hanno previsto che con la nuova legge arriveranno migliaia di coppie, quindi si sono strutturati. Ci sono tanti sportelli: abbiamo fatto solo cinque minuti di fila. Con noi c'erano altre coppie straniere, anche una di francesi''.

Arrivata l'autorizzazione, scelto il 'reverend'', cioe' l'ufficiale pubblico autorizzato a sposare, il piu' e' fatto. Cosi' ieri alle 19 mentre il sole calava all'orizzonte, Matteo e Matteo, alla presenza di pochi intimi amici americani, e di tutto il circolo Cassero dell'Arcigay di Bologna collegato in diretta via Skype, si sono sposati. ''Ogni tanto sulla spiaggia si sentivano le urla dall'Italia uscire dagli Ipad!'' racconta ridendo Cavalieri. Ora si parte per il viaggio di nozze, o sarebbe meglio dire l' 'honeymoon', con un 'coast to coast' da Chicago a Los Angeles. Rientro previsto in Italia il 22 agosto.

Per allora i due sposi programmano una festa di matrimonio con i parenti rimasti in Italia. Come i genitori che sono dispiaciuti si', spiega Cavalieri, ''ma perche' avrebbero voluto che ci sposassimo in Italia''. O la nonna, ''che e' anziana e non e' potuta venire, ma le faro' vedere il filmino e le foto''. Perche' questo e' l'unico neo in una cerimonia di nozze felice: ''Non poterci sposare in Italia ci e' dispiaciuto molto, e' il nostro paese. Al nostro ritorno ci impegneremo perche' in futuro sia possibile farlo''.

''Qui ci prendono un po' in giro – dice sorridendo – perche' qui ci sposiamo, mentre in Italia non passa la legge contro l'omofobia…''. Invece Matteo e Matteo aspirano a una ''banale normalita'''. Perche' per loro sposarsi vuol dire nuovi diritti, ma soprattutto nuovi doveri. E' un atto per dare ad un legame forte che dura da sei anni ''un riconoscimento ulteriore, piu' forte''. In una parola, matrimonio.

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