Medio Oriente, rischio escalation dopo il raid israeliano sul Consolato iraniano a Damasco: ucciso un Pasdaran

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 2 Aprile 2024 - 17:30
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Il consolato di Damasco distrutto FOTO ANSA

Medio Oriente, rischio escalation. I missili sul consolato iraniano – raid israeliano su Damasco, otto morti tra cui un capo dei Pasdaran, lascia presagire un nuovo inferno. Teheran ha minacciato “una dura risposta”. Ci sarà. Inevitabilmente. La morte di Mohammad Reza Zahedi, 83 anni, il mitico generale delle forze speciali – figura di collegamento del regime iraniano con Hezbollah in Libano – è un duro colpo per gli ayatollah. Reza garantiva la fornitura di armi alla Siria, godeva di una alta credibilità. Era un ufficiale di spicco delle Forze Quds, cioè il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica. Un gruppo che finanzia (anche) Hamas e il governo siriano di Bashar Hafiz al-Assad, presidente in sella da luglio 2000, personaggio internazionale noto e controverso ; famoso per la repressione sanguinaria bei confronti dei manifestanti della Primavera Araba.

L’operazione in Siria

L’attacco israeliano a Damasco ha colpito la sede consolare accanto all’Ambasciata nel quartiere di Mezzeh, dove sono ospitate diverse ambasciate straniere ed edifici dell’Onu. Immagini e commenti apparsi sul web hanno indicato l’edificio “spianato”, all’interno del quale si trovava il generale Reza Zahedi e il suo vice. Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amiir- Abdolnahian ha chiesto alla comunità internazionale di agire contro Israele. In una telefonata con l’omologo  siriano Faisal Mekdad, ha “ accusato il regime sionista e ha chiesto una risposta seria da parte della comunità internazionale a queste azioni criminali”.

Chiude in Israele Al Jazeera

Stretta sulle Tv. La rete televisiva satellitare con sede in Qatar (emittente invisa Ai regimi arabi) sarà presto oscurata in Israele. La Knesset (il Parlamento monocamerale, sede a Gerusalemme, 120 membri) ha dato via libera ad una legge che stringe le maglie su tutte le emittenti straniere giudicate “una minaccia alla sicurezza” dello Stato Ebraico. Scopo principale di questa operazione – caldeggiata da un Netanyau sempre più contestato, in 100 mila domenica hanno chiesto le sue dimissioni – è imbavagliare la rete satellitare del Qatar da cui arriva buona parte della informazione sulla guerra a Gaza dal fronte palestinese. Il parlamento israeliano ha delineato il perimetro di intervento del governo che d’ora in avanti potrà ordinare ai fornitori di contenuti di cessare la trasmissione del canale. È inoltre prevista la chiusura degli uffici israeliani e la confisca delle apparecchiature. Infine che il sito web sia messo offline. Gli ordini di chiusura avranno validità di 45 giorni ma potranno essere rinnovati per altri 45.