Arrestato Barbie, tra i più potenti narcotrafficanti in Messico

Pubblicato il 31 Agosto 2010 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

Il capo di uno dei principali e spietati cartelli del narcotraffico messicano, Edgar Valdez detto «Barbie» per i suoi lunghi capelli biondi è stato arrestato.

Lo ha annunciato la Procura federale. Valdez era uno dei luogotenenti più vicini ad Arturo Beltran Leyva, capo dell’omonimo cartello e terzo uomo più ricercato del Paese, ucciso il 16 dicembre 2009 durante un’operazione militare.

«Barbie»,  nato negli Stati Uniti, capo dei sicari al soldo del cartello dei fratelli Beltran Leyva, era stato citato di recente tra i possibili successori del defunto alla testa dell’organizzazione, in competizione con uno dei due ultimi fratelli ancora in libertà, Hector. L’arresto sarebbe avvenuto in una località del Messico centrale.
Il presidente Felipe Calderon ha sottolineato il successo dell’operazione attraverso il social network “twitter”, evidenziando come si trattasse di “uno dei criminali più ricercati in Messico e all’estero”. il governo messicano aveva offerto una ricompensa di oltre due milioni di dollari per chi avesse fornito informazioni utili alla sua cattura.

Intanto è salito a otto morti – un soldato, un civile e sei presunti narcotrafficanti – il bilancio del susseguirsi di scontri a fuoco avvenuti ieri a Panuco, nello stato messicano di Veracruz, tra forze dell’esercito e un gruppo di malavitosi provenienti dal vicino stato di Tamaulipas, dove pochi giorni fa è stata trovata una fossa comune con 72 corpi di migranti uccisi dai narcos. Lo ha reso noto Salvador Mikel Rivera, procuratore di Veracruz, aggiungendo che i feriti sono cinque, e che sei malviventi sono stati arrestati.

Nel corso dell’ultimo anno la polizia federale messicana ha licenziato il 10% circa dei propri effettivi perchè non avevano superato i periodici test anticorruzione ai quali vengono sottoposti i circa 35mila agenti dell’organizzazione. Questi devono infatti superare dei test psicologici, esami clinici per l’uso di stupefacenti e interrogatori con la “macchina della verità”, oltre a indagini di routine sulla loro vita personale e attività finanziarie: circa 3.200 non sono risultati all’altezza degli standard e in base alla legge non potranno essere impiegati da alcuna altra forza di sicurezza. Secondo le cifre rese note dalla polizia federale altri 1.020 agenti sono stati sottoposti a misure disciplinari per motivi che non sono stati resi noti.

Il capo di uno dei principali e spietati cartelli del narcotraffico messicano, Edgar Valdez, detto «Barbie» per i suoi lunghi capelli biondi è stato arrestato. Lo ha annunciato la Procura federale. Valdez era uno dei luogotenenti più vicini ad Arturo Beltran Leyva, capo dell’omonimo cartello e terzo uomo più ricercato del Paese, ucciso il 16 dicembre 2009 durante un’operazione militare.

 «Barbie», nato negli Stati Uniti, capo dei sicari al soldo del cartello dei fratelli Beltran Leyva, era stato citato di recente tra i possibili successori del defunto alla testa dell’organizzazione, in competizione con uno dei due ultimi fratelli ancora in libertà, Hector. L’arresto sarebbe avvenuto in una località del Messico centrale.
Il presidente Felipe Calderon ha sottolineato il successo dell’operazione attraverso il social network “twitter”, evidenziando come si trattasse di “uno dei criminali più ricercati in Messico e all’estero”. il governo messicano aveva offerto una ricompensa di oltre due milioni di dollari per chi avesse fornito informazioni utili alla sua cattura.

Intanto è salito a otto morti – un soldato, un civile e sei presunti narcotrafficanti – il bilancio del susseguirsi di scontri a fuoco avvenuti ieri a Panuco, nello stato messicano di Veracruz, tra forze dell’esercito e un gruppo di malavitosi provenienti dal vicino stato di Tamaulipas, dove pochi giorni fa è stata trovata una fossa comune con 72 corpi di migranti uccisi dai narcos. Lo ha reso noto Salvador Mikel Rivera, procuratore di Veracruz, aggiungendo che i feriti sono cinque, e che sei malviventi sono stati arrestati.

Nel corso dell’ultimo anno la polizia federale messicana ha licenziato il 10% circa dei propri effettivi perchè non avevano superato i periodici test anticorruzione ai quali vengono sottoposti i circa 35mila agenti dell’organizzazione. Questi devono infatti superare dei test psicologici, esami clinici per l’uso di stupefacenti e interrogatori con la “macchina della verità”, oltre a indagini di routine sulla loro vita personale e attività finanziarie.

Circa 3.200 non sono risultati all’altezza degli standard e in base alla legge non potranno essere impiegati da alcuna altra forza di sicurezza. Secondo le cifre rese note dalla polizia federale altri 1.020 agenti sono stati sottoposti a misure disciplinari per motivi che non sono stati resi noti.