Messico, cannibalismo di un'antica tribù: bollivano il corpo dei nemici

CITTA' DEL MESSICO, 22 LUG – ''Trascorrevano la meta' dell'anno a combattere. Quando vincevano una battaglia portavano a casa i cadaveri dei nemici e li mangiavano'': e' la descrizione fatta da un esperto dei casi di cannibalismo della tribu' degli 'Xiximes', che abitava tra le grotte della Sierra de Durango, nel nord del paese, fin dal secolo XII.

A rendere noto uno studio portato avanti per quattro anni e' stato un gruppo di archeologi messicani, precisando che gli 'Xiximes' sono uno dei popoli originari piu' importanti del Paese. ''La tribu' usava rituali complessi per cibarsi della carne dei propri nemici: soprattutto dava profondo valore alle mani e alla testa che erano bollite nel corso di cerimonie complesse a cui prendeva parte tutta la popolazione'', ha precisato all'ANSA Jose' Luis Punzo, l'esperto a capo del progetto di ricerca. Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato circa 40 ossa umane ritrovate nella grotta del Maguey, tra le alture del Durango.

Dallo studio e' emerso che l'80% dei resti ''e' stato tagliato e lessato''. Secondo Punzo, ''l'obiettivo di scoperte come questa e' quello di recuperare la testimonianza dei popoli originari che hanno vissuto in Messico e che, in seguito all'evangelizzazione, hanno perso la loro cultura e le loro tradizioni. Questa perdita ha impedito ai ricercatori di comprendere le ragioni che spingevano queste tribu' a pensare di potersi nutrire dell'anima di altri esseri umani praticando l'antropofagia''.

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