Messico, guerra ai narcos. 28 mila persone uccise dal 2006

Il presidente messicano Felipe Calderon

Il presidente messicano Felipe Calderon ha detto che prenderà in esame la possibilità di un dibattito sulla legalizzazione delle droghe mentre il suo governo annunciava che 28 mila persone sono morte nelle varie guerre tra cartelli di narcotrafficanti da quando il presidente ha scatenato un’offensiva contro di loro nel 2006, a quanto informa la ABC News.

Il direttore dei servizi di intelligence Guillermo Valdes ha aggiunto che le autorità hanno confiscato 84 mila armi e denaro contante per 411 milioni di dollari e 330 milioni di pesos (26 milioni di dollari). Valdes ha reso noti i suoi dati durante un convegno di Calderon con rappresentanti del mondo degli affari e di associazioni civiche avente per argomento il miglioramento della lotta ai narcotrafficanti. E’ stato durante il convegno che è stata avanzata la proposta di legalizzazione.

”Si tratta di un dibattito fondamentale in cui, prima di tutto, occorre tenere conto di tutte le opinioni democraticamente e analizzare attentamente i pro e i contro e gli argomenti chiave di entrambi gli schieramenti”, ha detto Calderon.

Tre ex-presidenti latinoamericani, il colombiano Cesar Gaviria, il messicano Ernesto Zedillo e il brasiliano Fernando Cardoso hanno sollecitato l’anno scorso tutti i paesi sudamericani a considerare la possibilità di legalizzare la marijuana per sottrarre una delle principali fonti di guadagno ai narcos.

Calderon, dal canto suo, è contrario all’idea. ”Io non parlo soltanto di marijuana – ha detto invece durante il dibattito l’analista e scrittore Hector Aguilar Camin – ma di tutte le droghe in generale”. I giornali messicani affermano che luglio è stato il mese più sanguinoso da quando Calderon ha assunto la presidenza: le vittime sono state 1.234.

Gestione cookie