Messico, l'assalto dei pirati alla nave Remas: Andrea Di Palma ha una pallottola conficcata nel femore Messico, l'assalto dei pirati alla nave Remas: Andrea Di Palma ha una pallottola conficcata nel femore

Messico, l’assalto dei pirati alla nave Remas: Andrea Di Palma ha una pallottola conficcata nel femore

Messico, l'assalto dei pirati alla nave Remas: Andrea Di Palma ha una pallottola conficcata nel femore
La nave Remas (Foto Ansa)

ROMA – “Ha una pallottola conficcata nel femore, ma è sveglio e vigile”: a raccontare la sorte di Andrea Di Palma, il marinaio di Ravenna di 42 anni rimasto ferito nell’abbordaggio della nave Remas da parte dei pirati nel golfo del Messico, è la moglie, sentita dal Corriere della Sera.

Insieme a Di Palma è rimasto ferito anche Vincenzo Grosso, 57 anni, di Molfetta, che è stato preso a bastonate dalla testa. Un blitz durato una decina di minuti quello avvenuto sulla nave di rifornimento per le piattaforme petrolifere offshore battente bandiera italiana. A bordo, 35 persone in tutto, tra cui nove italiani. 

I pirati, sette o otto, hanno assaltato la nave al largo di Ciudad del Carmen forse alla ricerca di petrolio. Hanno aperto il fuoco contro l’equipaggio e sono partiti due colpi, uno dei quali ha colpito Di Palma. Sono riusciti a portare via solo un telefonino e una catenina prima di fuggire. 

“Credevo di vivere in un film. Mi sono trovato cosparso di sangue non mio”, ha raccontato il primo ufficiale della nave, Alessandro Fiorenza. “Non c’erano bende così ho cercato di fermare l’emorragia con i fili del caricabatterie, ho cercato ghiaccio in cucina per metterlo sulle ferite”.

La Remas, lunga 75 metri, è di proprietà della Micoperi, un’azienda con base a Ravenna che rappresenta uno dei maggiori contractor dell’industria offshore. Già nell’aprile del 2009 una nave della Miconeri, il rimorchiatore Buccaneer, venne assaltato da pirati somali nel Golfo di Aden. I marinai vennero rilasciati solo dopo quattro mesi. Tre anni dopo la Micoperi tornò alla ribalta delle cronache per una vicenda ben diversa: le operazioni di recupero e trasferimento del relitto della Costa Concordia, naufragata all’isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012.

Questa volta i pirati, a bordo di due motoscafi, hanno intercettato la nave mentre era in navigazione a poche miglia dalle coste messicane. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per pirateria. E tornano alla mente le parole del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, che ha definito la guerra ai “ladri di benzina” un impegno prioritario. (Fonti: Ansa, Corriere della Sera)

 

 

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