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Milioni di dollari contrabbandati negli Usa: la strategia americana contro i narcos messicani

di Maria Elena Perrero |4 Dicembre 2011 18:05

NEW YORK – Milioni di dollari del narcotraffico messicano vengono ogni settimana contrabbandati e riciclati negli Stati Uniti da agenti Usa sotto copertura: si tratta di operazioni orchestrate nell'ambito della crescente offensiva di Washington contro i signori della droga in Messico, ma anche di un'attivita' che pone delicati interrogativi sull' efficacia della mitica Dea, l'agenzia antidroga americana.

Apparentemente si tratta del modo migliore per individuare come e dove i cartelli della droga spostano i loro soldi, e soprattutto chi ne sono i leader, scrive oggi in prima pagina il New York Times, che allo stesso tempo segnala dubbi sui risultati, cioe' sull'individuazione dei boss, sul rispetto della sovranita' messicana e sul pericolo che per contrastare i criminali non si finisca cosi' per favorirli, visto che a volte operazioni del genere possono andare avanti anche per anni.

Un ex agente della Dea, citato in forma anonima dallo stesso giornale, ha affermato che la sua ''regola era che se c'erano soldi da riciclare, era meglio mostrare risultati, altrimenti la Dea rischiava di diventare il piu' grande riciclatore del settore''. Un altro ex agente, Robert Mazur, sottolinea pero' che le facce dei boss del narcotraffico ''non sono famose per strada'' e che si tratta di persone ''super-isolate. L'unico modo per individuarli e' seguire i loro soldi''.

Un altro agente parla di anche due o tre ''carichi'' di soldi messicani portati negli Stati Uniti ogni settimana e un altro ancora di un aumento del fenomeno con l'espansione delle operazioni dei cartelli messicani verso l'Africa, l'Europa e il Medio Oriente.

''Creare le prove per collegare il denaro alla droga e ai dirigenti del cartello richiede molto tempo. Questa non e' gente che gestisce un supermercato a Los Angeles dove si puo' andare a sequestrare tutto e mettere i sigilli. Si tratta di operazioni internazionali sofisticate, che hanno una sicurezza molto stretta'' ha detto un ex funzionario della Dea, ricordando che i signori della droga messicani ''operano in un Paese corrotto, da citta' in cui la polizia non entra neanche''.

Gli Stati Uniti conducono simili operazioni di riciclaggio un po' in tutto il mondo, ma in Messico si tratta di un fenomeno relativamente recente, avviato dopo l'arrivo alla presidenza di Felipe Calderon, che ha chiesto l'aiuto degli usa nel combattere il narcotraffico diventato sempre piu' aggressivo e violento. Lo scorso anno la Dea ha sequestrato circa un miliardo di dollari in fondi e beni frutto della droga, mentre il Messico ne ha sequestrati 26 milioni.

Una piccola parte rispetto al flusso stimato tra i 18 e i 39 miliardi di narco-dollari che ogni anno attraversa i due Paesi, sottolinea il Nyt, aggiungendo che da quando nel 2006 Calderon e' diventato presidente, sono circa 40 mila le persone che sono state uccise nella guerra ai signori della droga messicani.

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