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Blitz alla nave aiuti, Israele accusa la Reuters: “Foto truccate”

di Maria Elena Perrero |8 Giugno 2010 21:20

La foto incriminata

Finisce di nuovo sotto il tiro delle polemiche la copertura mediatica del sanguinoso blitz israeliano sulla nave turca Mavi Marmara diretta a Gaza con aiuti umanitari, conclusosi con la morte di nove passeggeri lo scorso 31 maggio. Tutto questo mentre Israele continua a rinviare la costituzione di una commissione d’inchiesta ad hoc,dal momento che manca un accordo con gli Usa, e mentre il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon insiste sulla necessità di una “partecipazione internazionale credibile”.

L’8 giugno la stampa israeliana ha preso di mira l’agenzia di stampa Reuters per la pubblicazione di due immagini del blitz, diffuse in origine dal giornale turco Hurryet, che presentavano un soldato israeliano ferito, steso a terra, circondato da passeggeri. Mancavano in queste foto due coltelli ed una macchia di sangue, evidenti invece negli originali.

Già il 7 giugno il ministro israeliano per l’informazione Yuli Edelstein aveva chiesto spiegazioni alla Reuters. “Tutte le immagini trasmesse dal nostro servizio – ha spiegato da Londra un portavoce dell’agenzia – vengono sottoposte ad un severo processo di valutazione e selezione editoriale. Le immagini in questione provenivano da Istanbul e secondo la normale pratica redazionale sono state preparate per la trasmissione, con un procedimento che include anche il taglio dei bordi”.

“Quando si è accorta che un coltello era stato inavvertitamente tagliato dalle immagini – ha aggiunto il portavoce – Reuters ha sostituito quelle tagliate con quelle originali nel suo intero servizio”.

Una spiegazione che non ha del tutto persuaso il quotidiano Haaretz, secondo il quale anche nella guerra in Libano del 2006 Reuters era incappata in una infortunio analogo.

Nel clima esasperato di questi giorni, anche il portavoce militare israeliano si è trovato costretto nei giorni scorsi a correggere un’informazione. Venerdì 4 giugno le televisioni israeliane avevano riferito, sulla base di informazioni ricevute dal portavoce militare, che mentre i membri del commando cercavano di fermare la Freedom Flottilla, dalla Mavi Marmara era stato gridato loro via radio: ‘Tornate a Auschwitz’. Ma in seguito era arrivata una testimonianza secondo cui dalla radio della Marmara quella frase non era mai stata pronunciata. Sabato il protavoce militare si è corretto: la frase in questione – ha detto – sono state registrate ma forse provenivano da un’altra imbarcazione della Flottilla, sintonizzata sulla stessa frequenza.

All’indomani del blitz, il portavoce militare israeliano era già stato criticato dalla Associazione della stampa estera in Israele (Fpa) “per aver aver fatto uso di ‘materiale sequestrato’ “, ossia di fotografie e spezzoni video scattatee e girati da giornalisti stranieri che erano sulla Freedom Flottilla.

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