Il cargo noleggiato dai libici che cerca di raggiungere Gaza è rimasto bloccato nella notte in alto mare per un guasto al motore ed è tenuto sotto stretta sorveglianza dalla marina israeliana. Non è chiaro dove sia diretto il cargo Amalthea, che batte bandiera moldava: se verso Gaza (come afferma la Fondazione Gheddafi, che l’ha noleggiato e caricato con 2.000 tonnellate di aiuti) o verso il porto egiziano di Al Arich (come rivela la sicurezza egiziana).
“A causa di un guasto al motore, la nave avanza lentamente. Ma al momento, si è fermata – ha spiegato da Tripoli il direttore esecutivo della Fondazione Gheddafi, Youssef Sawan -. La marina israeliana ci impedisce di muoverci. Otto navi da guerra israeliane circondano il cargo e gli impediscono di procedere verso Gaza”.
La radio pubblica israeliana ha riferito che l’Amalthea ha gettato l’ancora a causa di un guasto al motore. La radio ha trasmesso una conversazione fra la marina e il cargo, nella quale un membro dell’equipaggio (probabilmente il comandante cubano) dice: “il mio motore principale è fuori servizio, stiamo lavorando per ripararlo”. Un portavoce militare israeliano ha riferito che “la marina israeliana ha cominciato i preparativi per fermare la nave se tenta di violare il blocco marittimo”.
Partita sabato sera dalla Grecia, la Amalthea contava di arrivare stamani a Gaza. Un responsabile dei servizi di sicurezza egiziani ha detto che “la nave di aiuti libica arriverà domani mattina nel porto di Al Arich, dove ha avuto l’autorizzazione dalle autorità egiziane a scaricare il suo carico”. Ma il direttore della Fondazione Gheddafi ha risposto che “il cargo non si dirige verso il porto di Al Arich. Mantiene la prua verso Gaza.- Non cambierà direzione”.
Al momento il cargo si troverebbe a 30 miglia da Port Said (Egitto). Ieri il capitano, piegandosi in apparenza alle pressioni israeliane, ha chiesto alle autorità egiziane del porto di el-Arish (Sinai settentrionale) il permesso di attraccare, ma gli organizzatori libici della missione hanno ribadito che la Amalthea non ha rinunciato al proprio obiettivo originale di raggiungere il porto di Gaza: una decisione a cui la marina militare israeliana si oppone.
Secondo la radio militare, la Amalthea è seguita da vicino da corvette israeliane, mentre i membri dell’unità di elite ‘Flottilla 13’ sono pronti ad assumere il suo controllo – se necessario – per condurla al porto israeliano di Ashdod. Nei giorni scorsi i dirigenti israeliani hanno ribadito che gli aiuti umanitari libici possono essere inoltrati a Gaza via terra: da el-Arish o da Ashdod.
Intanto a Gaza il deputato Jamal al-Khudari (presidente del Comitato popolare di lotta al blocco israeliano) ha riferito di aver perso i contatti radio con la Amalthea. A suo parere la missione ha già conseguito un successo importante: l’aver sensibilizzato ancora una volta l’opinione pubblica internazionale sulle difficoltà provocate alla popolazione di Gaza dal blocco marino mantenuto da Israele.