Mohamed, rom musulmano: "Dal Papa contro i pregiudizi"

CITTA' DEL VATICANO – Ha vissuto sotto i
ponti, fatto mille lavori, superato tanti ostacoli. E' musulmano
e oggi era dal Papa. Mohamed e' uno dei ragazzi che ha preso
parte all'udienza degli zingari. ''Il fatto che il Papa ci abbia
invitato a casa sua – dice – mi sembra una cosa dell'altro
mondo: spero che questo serva a farci conoscere meglio dalla
gente, perche' abbia piu' fiducia in noi rom''.
La sua storia – come ha raccontato a 'Migrantes', la
fondazione della Cei che si occupa di immigrazione – non e'
stata facile. Mohamed e' originario dell'ex Jugoslavia, da dove
la sua famiglia e' scappata nel 1991 a causa della pericolosa
situazione creatasi soprattutto nei confronti dei rom. Lui era
ancora nella pancia della mamma quando i suoi sono partiti: e'
nato a bordo di una nave diretta a Bari. Nove fratelli, due piu'
piccoli e gli altri piu' grandi nati al paese prima di partire,
tutta la famiglia si e' dovuta arrangiare per vivere. Le cose
sono un po' migliorate quando il papa' ha cominciato a lavorare
in un garage e ha potuto sistemarsi con la famiglia in una
roulotte del datore di lavoro. Per tre anni sono rimasti a Bari.
Poi sono andati a Messina, al campo nomadi di San Raineri.
Mohamed ricorda con nostalgia la vita al campo, dove ''vivevamo
tutti insieme come una grande famiglia e la sera dopo cena ci
incontravamo. Pero', ci sono stati momenti difficili: ricordo
una volta che, durante un controllo della polizia di notte, mi
sono nascosto sotto una roulotte perche' non avevo i documenti e
avevo paura; o quando di notte l'alluvione ha trascinato sei
baracche a mare; e' stato tragico: erano coinvolti donne,
bambini e famiglie''.
A scuola per lui non e' stato facile. Mohamed ha frequentato
dalla quarta elementare alla prima media; ma l'ambiente non e'
stato accogliente, tante le difficolta': per questo a 16 anni ha
deciso di lasciare gli studi per andare a lavorare. Non e' stato
facile, perche' la gente lo vedeva come 'lo zingaro che chiedeva
l'elemosina', ma lui ha insistito: ha lavorato in un bazar, in
un parco giochi, ha fatto il giardiniere e il muratore. Un passo
alla volta e' riuscito a fare amicizia con ragazzi italiani,
passando dalla stretta di mano al caffe', e via via ostilita' e
pregiudizi sono caduti. Mohamed si definisce un ''credente
musulmano non praticante. Io – dice – prego molto e spero di
realizzare i miei due sogni piu' importanti: regolarizzare la
mia presenza in Italia, per crearmi una vita migliore e una
famiglia; l'altro sogno e' quello che mia sorella Adelina, di 10
anni, idrocefala dal parto, abbia un futuro tranquillo''.

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