Morto Lamolinara in Nigeria, il dolore nella sua Gattinara (Vercelli)

GATTINARA (VERCELLI) – A Gattinara (Vercelli), hanno accolto con dolore la morte di Franco Lamolinara, l'ingegnere ucciso nel blitz in Nigeria delle teste di cuoio inglesi per salvarlo dai suoi rapitori.

''E' uno strazio per tutti'', dice don Renzo Del Corno, il parroco della chiesa consacrata a San Bernardo. Parenti e vicini di casa sono saliti in via Manzoni, nel rione nuovo, per dare una parola di conforto ad Anna, 45 anni, la moglie di Franco, che lavora nella piscina del paese e all'Accademia dello sport, ai figli Nicole, 16 anni, studentessa a Vercelli, e Mattia, 19 anni, studente all'alberghiero.

Un'intera comunita' che era stata capace di mantenere il riserbo sul sequestro, cosi' come aveva chiesto la Farnesina, e che questa sera e' capace di chiudersi con un abbraccio affettuoso e protettivo. Due pattuglie di Carabinieri stazionano davanti al portone alla sobria palazzina residenziale a due piani in cui si trova l'appartamento dei Lamolinara, che resta chiusa nel suo dolore e chiede lo stesso riserbo degli ultimi terribili mesi d'angoscia. ''Una gran bella famiglia. Conosciuta e stimata da tutti. Persone squisite che non meritavano niente del genere. Ogni volta che Franco usciva di casa – dice Paolo Colombo, che abita nella villetta all'angolo – si fermava a giocare col mio cane e scambiava due chiacchiere con me. Se era andato in Nigeria, era perche' voleva guadagnare qualche soldo in piu' pensando alla moglie e ai figli''.

A Gattinara tutti sapevano tutto. Franco era partito a Natale del 2010 ed e' stato rapito due giorni prima della data fissata per il rientro a casa, in licenza. La notizia della morte e' stata devastante. Stefano Cogotti, che lavora nella fabbrica cittadina dove si producono le cialde del caffe' Lavazza, racconta. ''Eravamo in mensa quando il telegiornale ha riportato la notizia. Siamo rimasti tutti choccati. Perche' lo conoscevamo tutti''.

''In questi mesi – dice Stefano – ho parlato spesso con Anna e mi e' sempre sembrata fiduciosa e positiva, Era convinta che tutto si sarebbe risolto per il meglio''. Una donna forte, che non aveva piu' sentito il marito dal 12 maggio, ma che aveva saputo manifestare speranza e ottimismo, ha avuto un crollo, un malore. E' stata sedata ed e' rimasta in casa, insieme ai genitori. ''La cosa che piu' ci sconvolge – spiega Franco Barattino, amico intimo della coppia e datore di lavoro di Anna – e' l'assurdita' di tutto questo. Non ci saremmo mai aspettati una fine del genere. Sapevamo che c'erano trattative in corso, e speravamo di vederlo presto ancora fra noi''.

A casa Lamolinara sono arrivate anche le autorita'. C'e' il Prefetto, Salvatore Malfi, che rappresenta il governo e che chiede ''rispetto per la famiglia'' e afferma che ''le istituzioni non li abbandoneranno neanche dopo, quando sara' ancora piu' necessario stringersi a loro''. C'e' il sindaco, Daniele Baglione, che si emoziona quando dice ''non ce lo aspettavamo'' e annuncia il lutto cittadino. E c'e' il presidente della Provincia, Carlo Riva Vercellotti, che aggiunge dolore a dolore perche' di Franco era anche amico: ''Un grande lavoratore che metteva la famiglia al primo posto''. E don Renzo conclude: ''Era un uomo sul quale si poteva sempre contare''.

Gestione cookie