Il muro di Trump: blinda la Casa Bianca (non il confine col Messico). E Twitter gli disattiva il video Il muro di Trump: blinda la Casa Bianca (non il confine col Messico). E Twitter gli disattiva il video

Il muro di Trump: blinda la Casa Bianca (non il confine col Messico) VIDEO. E Twitter gli disattiva il video su George Floyd

ROMA – Donald Trump blinda la Casa Bianca con un ‘muro’, mentre deve incassare il no del Pentagono e dello Stato Maggiore sull’uso dell’esercito per sedare manifestazioni e saccheggi (il capo del Pentagono Esper per ora resiste al suo posto, “quando il presidente perderà la fiducia in lui ve lo faremo sapere”, comunica la Casa Bianca).

Ma oggi è il giorno del muro, occasione di polemica sui social, ma soprattutto di ironia, il video che mostra la recinzione è diventato è un’opportunità troppo ghiotta per non associarlo al “muro” assoluto protagonista degli slogan e della retorica trumpiani all’inizio del suo rally elettorale vincente.

Oggi però Twitter ha disattivato un video con Trump che parla della tragedia (violazione di copyright) e una repubblicana del Texas ha insinuato che la morte di Floyd fosse una messinscena.

“Alla fine il muro l’ha costruito…”

“Vuole costruire un muro”, quello con il Messico, per “proteggere gli americani e costruisce un muro davanti alla Casa Bianca per proteggersi dagli americani”, è uno dei commenti.

“Il sogno di Trump di costruire un muro diventa realtà”, ironizzano altri. La recinzione è stata issata dopo le proteste degli ultimi giorni per George Floyd, l’afroamericano morto sotto la custodia della polizia.

E dopo la sua costruzione, il muro di plexiglass è diventato un modo per ricordare George Floyd (video Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev):

 

Twitter disattiva video Trump su Floyd

Twitter ha disattivato un video postato dal team della campagna elettorale del presidente Trump che rende omaggio a George Floyd, affermando che la decisione è stata presa per una questione di copyright. Lo riporta il Guardian.

Il video, che dura tre minuti e 45 secondi, era stato postato sul social il tre giugno ed era stato ritwittato circa 7.000 volte, anche dallo stesso Trump e da suo figlio Donald Jr.

In risposta, i responsabili della campagna del presidente hanno accusato Twitter e il suo co-fondatore Jack Dorsey di censurare un “messaggio confortante e unificante del presidente Trump” ed hanno ha esortato i follower del tycoon a rendere virale un altro video su YouTube.

Il video disattivato mostra le immagini delle proteste pacifiche mentre Trump parla di una “grave tragedia”, per poi inquadrare il presidente che mette in guardia contro la violenza di “gruppi radicali di sinistra” sullo sfondo di scene di disordini e saccheggi.

La repubblicana: “Morte Floyd messinscena anti-Trump”

L’uccisione di George Floyd è stata una messa in scena solo per far apparire cattivo Donald Trump.

E’ il post scandalo della repubblicana Cynthia Brehm, che è stato poi cancellato.

A Brehm, presidente dei repubblicani della Bexar County, in Texas, il governatore dello stato Greg Abbott chiede di dimettersi e lo stesso fanno altri repubblicani del Texas. Brehm avrebbe però dichiarato che non intende dimettersi.

“Le sue parole sono disgustose, non c’è posto per lei nel partito repubblicano o sulla scena pubblica”. (fonte Ansa)

 

 

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