La nave militare Libeccio rilascia 9 presunti pirati

La nave Libeccio

La fregata della Marina militare Libeccio ha rilasciato oggi i nove presunti pirati somali catturati lo scorso 29 settembre nell’Oceano Indiano dopo che, secondo l’accusa, si erano impossessati di un motopesca battente bandiera iraniana sequestrando i sette uomini di equipaggio.

La decisione è stata presa dal gip di Roma, che ha revocato – per motivi procedurali – l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei sospetti pirati. Questi, tutti giovanissimi, sono stati rilasciati sulla terraferma somala.

I pirati si erano arresi dopo un inseguimento durato 48 ore al largo delle coste del Kenya durante il quale dalla nave militare italiana era stata anche lanciata una serie ripetuta di ‘warning shot’: ”attenzione, se non vi arrendete spariamo”.

La minaccia di usare le misure forti alla fine è stata sufficiente, perché i pirati si sono consegnati all’equipaggio del cargo ‘Dhow’ e poi sono stati portati a bordo della fregata Libeccio. La convalida dei provvedimenti restrittivi è avvenuta nel corso di un’udienza in videoconferenza, ma l’ordinanza di custodia cautelare conseguentemente emessa a carico dei sospetti è stata poi revocata dal gip di Roma, che ha disposto la liberazione degli indagati. Si tratta di una decisione, secondo quanto si è appreso, che il giudice ha adottato dopo aver esaminato la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, considerato che non è  stata presentata querela da parte della persona offesa e che il ministro della Giustizia non ha avanzato ”istanza di procedimento”: insomma, non si sono verificate le condizioni di procedibilità previste dal codice penale per i reati commessi all’estero. Nave Libeccio, al comando del capitano di fregata Antonio Galiuto, svolge attività di pattugliamento in Oceano Indiano nell’ambito della missione antipirateria ‘Atalanta’ guidata dall’Unione Europea. Dal 1 ottobre una seconda fregata italiana, Nave Bersagliere, al comando del capitano di fregata Gennaro Falcone, opera in sempre in Oceano Indiano, ma sotto bandiera Nato, nell’ambito della missione di contrasto alla pirateria denominata ‘Ocean’.

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