STATI UNITI, WASHINGTON – Da Manhattan ai villaggi tra i monti dell’Oregon aumenta negli Stati Uniti il fenomeno dei ‘Caffe” della Morte’. Dal lancio del primo ‘Caffe” lo scorso anno a Columbus, Ohio, il fenomeno continua ad attrarre nuovi adepti. La gente si riunisce in case, appartamenti, chiese, bar, sale da te’, e persino cimiteri per dialogare sul fine-vita: nessuno psicologo presente, i dibattiti sono liberi intorno ad un tema sino a poco tempo fa tabu’ negli incontri sociali.
A dedicare un articolo al nuovo trend – importato dalla Gran Bretagna – e’ il Washington Post, dove si osserva che ogni settimana in America diversi ‘Death Cafe” si tengono in California, Colorado, Florida, New York, Ohio, Oregon, Pensylvania, Washington. Nel mondo si calcola che a soli due anni dal primo incontro di un ‘Caffe’ della morte’ avvenuto a Londra, vi siano 300 circoli di questo tipo, tutti ispirati agli scritti del sociologo svizzero Bernard Crettaz, pioniere dei dialoghi sul fine-vita.
A parteciparvi e organizzarli sono soprattutto persone dai 50 anni in su, la generazione dei baby-boomers: “Non mi sorprende che sia la nostra generazione a dar vita a questi incontri – spiega Audrey Pellicano, 60 anni, facilitatrice di uno di questi circoli – abbiamo vissuto in rimozione della morte, della perdita e del dolore tutta la nostra vita. E ora e’ tempo di pensarci parlandone”.
I temi di discussione, davanti caffe’ o te’ bollenti serviti dai padroni di casa o dai bar, vanno dalle cose pratiche, quali i costi di funerali e cremazioni, al condividere esperienze sulla morte dei propri cari o le proprie paure. Ma anche le risate non mancano. Dice Alicia Evans, 40 anni: “Al mio ultimo ‘Caffe’ della Morte’ ho raccontato di quando ho visto un conoscente, usualmente piuttosto bruttino, nella bara, imbalsamato cosi’ bene che volevo dargli il mio numero di telefono…”