Nel 2009 uccisi 68 giornalisti nel mondo. Il record alle Filippine

Il numero di giornalisti uccisi nel mondo nel 2009 ha raggiunto la cifra record di 68, rivela un rapporto del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) pubblicato nel sito dell’ong statunitense. Secondo l’ong, che sta ancora indagando sulla morte di altri 20 giornalisti, il record di uccisioni, che vede in testa le Filippine, è dovuto principalmente al massacro di 30 reporter, avvenuto a fine novembre durante le elezioni nella provincia di Mindanao.

«Quest’anno si è raggiunto un livello di devastazione senza precedenti per i media internazionali- ha detto Joel Simon, direttore esecutivo del Cpj -, ma la violenza mostra un trend di vecchia data».

«Gli omicidi nelle Filippine sono scioccanti, ma non del tutto sorprendenti -ha aggiunto Bob Dietz, coordinatore dell’organizzazione per i programmi che riguardano l’Asia -. Il Governo ha permesso il dilagare di una violenza incontrollata verso i giornalisti per motivi politici, che sta diventando quasi parte della cultura». Tutte le vittime del 2009, tranne due, erano reporter e operatori locali, che documentavano la vita delle loro comunità, ha detto Simon.

Il record precedente, di 67 vittime, era stato raggiunto nel 2007, con il maggior numero di morti in Iraq, dove gli omicidi dei reporter erano diventati quasi un fatto quotidiano. Il paese arabo quest’anno è al terzo posto con quattro morti, la cifra più bassa dall’inizio della guerra nel 2003. Gli omicidi sono aumentati in Somalia, dove nel 2009 sono morti 9 giornalisti.

Il Paese, diventato un nascondiglio sicuro per gli estremisti somali e stranieri, si piazza al secondo posto nel rapporto dell’organizzazione. Quest’anno, infatti, i militanti islamici Al-Shabaab hanno condotto una vera e propria campagna di terrore contro la stampa somala. Quattro le vittime anche in Pakistan, seguito dalla Russia con tre giornalisti uccisi. Nello Sri Lanka e in Messico, invece, sono state contate due vittime.

Gestione cookie